Non è una novità che molti militari italiani si siano ammalati di Linfoma di Hodgkin dopo aver prestato servizio nelle missioni in Bosnia e nel Kosovo. Si è sempre pensato che ci fosse un nesso tra l'incremento di questo patologie e l'utilizzo di armi all'uranio impoverito, ma a quanto pare così non è. Come anche riportato da alcune fonti, la IV Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, ha scoperto che in realtà a far ammalare di linfoma i militari che prestavano servizio in quei teatri, non erano le particelle di uranio impoverito che si disperdevano nell'aria sottoforma di aerosol, bensì i numerosi vaccini erano sottoposti i soldati.
La Commissione Mandelli che ha portato a termine il suo lavoro nel 2004 infatti, non riuscì a stabilire il nesso tra l'aumento del linfomi nei militari e l'uranio impoverito, ma fu invece il progetto SIGNUM (Studio di Impatto Genotossico Nelle Unità Militari), a scoprire il nesso tra i linfomi e i vaccini somministrati ai militari. Lo studio coinvolgeva su base volontaria 982 militari dispiegati nella missione "Antica Babilonia" in Iraq, e dove tra l'altro, i militari USA avevano utilizzato armi con uranio impoverito. Durante lo studio venivano prelevati campioni biologici, sia prima che dopo la missione e per un periodo di 8 anni. L'obiettivo era quello di mettere in atto un controllo clinico ed epidemiologico in un arco di tempo molto lungo, in modo da poter Accertare l'insorgenza di patologie.
Lo studio analizzava anche altri elementi come gli stili di vita, il fumo, la dieta seguita, le condizioni ambientali e del clima, e pe la prima volta in assoluto anche il fatto di somministrare vaccini ai militari. Nel 2010 i 14 esperti ( medici delle Università di Roma, Pisa e Genova ) redigono la relazione finale del Progetto, e le scoperte sono sconvolgenti. Nei militari che erano stati sottoposti ai controlli, non risultava un incremento di quantità di uranio impoverito nel sangue e nelle urine, ma era invece diminuita.
Al contrario si osservava un aumento dei livelli di nichel, cadmio, (elementi cancerogeni) e danno ossidativo nel DNA dei linfociti ovvero del sistema immunitario, soprattutto nei militari che avevano ricevuto 5 dosi di vaccino. E' cosi che gli esperti del Comitato Scientifico si Signum, notavano una correlazione tra le alterazioni del DNA e i vaccini somministrati dal 2003. Pe r i militari che avevano ricevuto 8 vaccinazioni, le alterazioni ossidative del DNA erano state anche maggiori, rispetto ai soldati ai quali erano state somministrate 4 dosi di vaccino.
Il Professor Franco Nobile, oncologo direttore del Centro prevenzione della lega contro i tumori di Siena, diffuse i risultati di uno studio che erano stato portato avanti su 600 militari della Folgore, e che avevano portato a termine delle missioni all'estero. I risultati confermarono quanto emerso dalle ricerche del Progetto SIGNUM: c'era la possibilità che le vaccinazioni cosi massicce e ravvicinate potevano danneggiare il sistema immunitario e determinare patologie autoimmuni come sclerosi multipla, tirodite, eritema nodoso, linfomi e leucemie.
A finire sotto accusa furono anche le sostanze contenute nei vaccini: metalli pesanti come alluminio e mercurio, che erano stati usati come eccipienti. La IV Commissione d'inchiesta raccomandava quindi che non si superasse il limite di somministrazione di 5 dosi di vaccino e raccomandava inoltre di effettuare esami prima di essere sottoposti alla somministrazione, in modo da individuare i soggetti con eventuali gravi patologie per i quali la vaccinazione sarebbe da evitare. A quando una Commissione di inchiesta anche per fare luce sui troppi effetti avversi dei vaccini nei civili? (http://lasottilelinearossa.over-blog.it