Domani, mercoledì 20 luglio alle 20:30, il “Tindari Festival ‘22”, mette in scena “Storie da Liolá”, tratto da Luigi Pirandello, su progetto ideato da Daniela Ursino, direttrice della Casa Circondariale di Gazzi e Tindaro Granata, direttore artistico: a calcare le scene saranno i detenuti della Casa circondariale di Gazzi (Messina) partecipanti al progetto “Tindari a cielo aperto”, nato dalla collaborazione tra il Parco archeologico di Tindari, la Casa Circondariale di Gazzi, il Tindari Festival, l’Associazione Culturale d’Arte “Eventi” e l’Università di Messina, col patrocinio del Ministero della Giustizia e della Camera dei Deputati.
In scena detenuti e detenute si esibiranno insieme ad artisti e artiste del teatro italiano (attrici, attori, danzatrici, danzatori, musicisti) nonché a studentesse universitarie della Facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza di Messina e dieci cittadine del Comune di Patti che per la prima volta abiteranno il Teatro Greco della propria città in veste di attrici.
“Il progetto – sottolinea l’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà – vuole essere l’occasione per valorizzare l’esperienza della pratica teatrale come strumento di rieducazione, dimostrando l’efficacia di un’arte, che si basa sul consolidamento delle relazioni umane, sulla fiducia e sul rispetto verso l’Altro e il gruppo. La rappresentazione, che avrà come palcoscenico uno dei più suggestivi teatri antichi della Sicilia, sarà anche il momento conclusivo di un percorso che ha visto numerosi detenuti impegnati in un’esperienza dal forte impatto emotivo. Recitare in un tempio della storia della cultura della nostra Isola è, infatti, un modo per riconoscere nella bellezza uno strumento di riscatto sociale e di apertura al cambiamento”.
Fa eco la direttrice del Parco archeologico di Tindari Anna Maria Piccione, per la quale “ospitare nel meraviglioso scenario del teatro Antico una siffatta manifestazione rende ancora più speciale il lavoro degli artisti e di tutti coloro che si sono adoperati per realizzare il progetto. Recitare in un luogo sacro e così importante contribuirà a restituire ai detenuti la fiducia e lo stimolo a riconoscere quella bellezza che pacifica, in parte, il disagio della vita passata in una cella. Far conoscere l’importanza storica e culturale del Teatro Greco di Tindari che è il Tempio della Civiltà Umana, è un modo per restituire speranza e valori a chi ha smarrito il senso della civiltà”.
La convenzione per il Tindari Festival 22, siglato dal Comune di Patti e dal Parco Archeologico di Tindari, prevede un ricco cartellone di eventi.
“Questo progetto – evidenziano Daniela Ursino e Tindaro Granata – è pensato anche per gli spettatori e per le spettatrici, perché in questo spazio di condivisione artistica si realizza il patto di fiducia che si instaura durante il rito del Teatro perché tra pubblico e artisti non esiste il giudizio sulle persone ma c'è il rapporto con l’opera che fa ritrovare, tutti e tutte, in un antico rito che unisce persone che raccontano e persone che ascoltano e guardano, realizzando nel Teatro l’essere insieme”.