Macron cerca maldestramente di uscire dal suo isolamento attaccando la Meloni
E ci risiamo! quando smembrava che i rapporti tra Francia ed Italia potessero tornare ad essere distesi, in vista del viaggio prima di Tajani a Parigi e poi, probabilmente a giugno della premier, ecco che i francesi fanno partire l'ennesimo siluro per affondare qualsiasi trattativa tra i due paesi.
Dopo aver già accusato a novembre il governo italiano di essere «disumano» per aver lasciato in mare aperto l’Ocean Viking, Gérald Darmanin è protagonista di un nuovo affondo. Il ministro accusa Meloni per rispondere alle critiche di Jordan Bardella. Il braccio destro di Marine Le Pen e attuale presidente del Rassemblement National, è andato alla frontiera tra Mentone e Ventimiglia, dove il governo di Parigi ha inviato rinforzi da qualche settimana. Uno sforzo ancora «insufficiente e irrisorio» sostiene il presidente del Rn che ha ribattezzato Darmanin «ministro dell’immigrazione di massa».
«Chi sta prendendo in giro Bardella?» ribatte il titolare dell’Interno, ospite a Rmc. «C’è un afflusso di migranti a Mentone perché la signora Meloni, e il suo governo di estrema destra scelto dagli amici di Le Pen, è incapace di risolvere i problemi migratori per i quali è stata eletta».
Apriti cielo, il ministro Tajani ha immediatamente annullato il suo viaggio per incontrare il suo omologo francese. a. Il ministro della Difesa Guido Crosetto chiede «scuse formali» alla Francia. Persino Raffaelle Fitto, che da titolare degli Affari europei ha fatto da pontiere con Parigi, ed è anche grazie al suo lavorio diplomatico di questi mesi che Francia e Italia si erano riavvicinate, sottolinea come Darmanin abbia messo da parte «ogni prudenza e buona regola di cortesia istituzionale.
Ma dietro a queste continue schermaglie tra Francia ed Italia, si nascondono problemi di fondo che riguardano la politica estera e le prossime elezioni europee del 2024. Non è un mistero per nessuno che Macron avesse come suo obiettivo quello di sostituire la leadership della Merkel in Europa, facendo anche leva sullo scarsissimo carisma del suo successore Olaf Scholtz. Ed è chiaro che la sua debolezza interna ed alcuni inciampi, come quello sulla trattativa con Putin e le sue dichiarazioni dopo il viaggio in Cina, abbiano certamente oscurato la sua immagine di uomo forte.
E' altresì ovvio che la posizione forte della premier italiana, che sta muovendosi da mesi su vari scenari internazionali con sagacia e lungimiranza non possa che infastidire ulteriormente Macron. I sondaggi vedono la Le Pen in forte ascesa, mentre Macron è in caduta libera. Il suo piano prevede quindi di impedire, ad ogni costo, l'alleanza tra conservatori e popolari, che di fatto emarginerebbe il suo partito in Europa.
C'è poi da notare come nelle stesse ore del duro e grave attacco del ministro francese al governo, la leader Meloni incontrava Haftar, leader della Cirenaica, cosa che certo non è stata vista di buon occhio dall'Eliseo. La meloni insomma sta diventando un bersaglio di Macron e del suo governo per mere ragioni di politica interna e personali. Ed è perciò sempre più difficile pensare ad un rasserenamento dei toni, almeno fino alle elezioni europee. Perchè questo vorrebbe dire in qualche modo riabilitare anche il partito di destra della Le Pen.