La decisione è stata presa dal recente Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra. Forte critica da parte delle Chiese anglicane tradizionaliste
Il Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra, che si è svolto la scorsa settimana, ha accolto con favore le proposte che consentirebbero alle coppie dello stesso sesso di venire in chiesa, dopo un matrimonio civile o un’unione civile, per ricevere la benedizione di Dio.
I membri del Sinodo hanno anche votato una mozione in cui si esprime lamento e pentimento per il fallimento della Chiesa nell’accogliere le persone LGBTQI+ e per il danno che tali persone hanno subito – e continuano a subire – nelle chiese.
Dopo un dibattito storico durato due giorni le maggioranze delle Camere di Vescovi, Clero e Laici hanno concordato una mozione che dettaglia e riconosce una serie di proposte avanzate dai vescovi sull’identità umana e il matrimonio.
All’inizio della scorsa settimana i membri del Sinodo si sono anche riuniti in piccoli gruppi per esaminare e commentare una serie di bozze di testi noti come Preghiere di amore e di fede, che potrebbero essere usati nelle chiese per le coppie che hanno si sono unite in un matrimonio civile matrimonio o in un’unione civile.
Nei prossimi mesi i vescovi prepareranno una nuova guida pastorale per la Chiesa sulla sessualità e il matrimonio.
L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e l’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, hanno dichiarato: «È stata percorsa una lunga strada per arrivare a questo punto. Per la prima volta, la Chiesa d’Inghilterra accoglierà pubblicamente, senza riserve e con gioia le coppie dello stesso sesso in chiesa.
La Chiesa continua ad avere profonde divergenze su queste questioni che vanno al cuore della nostra identità umana. Come Arcivescovi, ci impegniamo a rispettare la coscienza di coloro per i quali questo va troppo oltre e a garantire che abbiano tutte le rassicurazioni di cui hanno bisogno per mantenere l’unità della Chiesa mentre il dialogo continua.
Speriamo che il dibattito ponderato e orante di oggi segni un nuovo inizio per la Chiesa mentre cerchiamo una via da seguire, ascoltandoci gli uni gli altri e soprattutto ascoltando Dio. Soprattutto continuiamo a pregare, come pregava Gesù stesso, per l’unità della sua Chiesa e perché ci amiamo gli uni gli altri».
Come era prevedibile la decisione non è stata accolta favorevolmente dalle Chiese – soprattutto quelle del Sud del mondo – che in questi anni hanno apertamente criticato l’allontanamento della Chiesa anglicana dalla posizione tradizionale sul matrimonio e la sessualità.
Laurent Mbanda, arcivescovo e primate della Chiesa anglicana del Ruanda, ad esempio, in un comunicato stampa rilasciato dopo che è stata presa la decisione di benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso, ha dichiarato: «La Chiesa anglicana del Ruanda è profondamente rattristata dalla decisione della Chiesa d’Inghilterra di benedire le unioni tra persone dello stesso sesso. La nostra posizione aveva già compromesso i rapporti con la Chiesa d’Inghilterra, la cui mossa attuale conficca l’ultimo chiodo nella bara».
Tale dichiarazione ha un peso importante tenuto conto che nell’aprile di quest’anno si terrà a Kigali, in Ruanda, la quarta Global Anglican Futures Conference (Gafcon), fondata nel 2008 quando, dopo la conferenza di Gerusalemme, la maggioranza dei primati anglicani decise che il «compromesso morale, l’errore dottrinale e il collasso della testimonianza biblica» all’interno di alcune parti della Comunione anglicana avevano raggiunto un livello tale che era necessaria un’organizzazione separata per mantenere una fedele testimonianza biblica anglicana.
La Gafcon e la Global South Fellowship of Anglican Churches (Gsfa), rappresentano di gran lunga la maggioranza degli anglicani del mondo, oltre il 75% degli 85 milioni di aderenti. Anche gli anglicani di Sydney, di gran lunga il più grande gruppo anglicano in Australia, hanno emesso un comunicato stampa in cui condannano la decisione.
Per i tradizionalisti la decisione non tiene conto della Chiesa anglicana più ampia del mondo ma è frutto di una chiesa élitaria. In un articolo a firma di David Robertson – moderatore della Free Church of Scotland – sul sito di Christiantoday.com, si legge: «Nonostante tutti i loro discorsi sul “rispettare” i punti di vista degli altri, tendono a guardarli con disprezzo. Sono stato in più di una riunione ecclesiastica in cui fratelli e sorelle africani venivano trattati con disprezzo come qualcosa di primitivo e ignorante. La verità è che sono i progressisti occidentali che hanno mostrato ignoranza della Scrittura e disprezzo per la Chiesa in tutto il mondo, mentre cercano di allineare la Chiesa di Gesù con la propria cultura».
Nei prossimi mesi si capirà se ci sono ancora margini per ricucire all’interno della Comunione anglicana mondiale uno strappo che al momento pare definitivo.
Fonte: Riforma.it