La crisi politica post regionali del Movimento 5 Stelle
Dopo l'ennesima Caporetto in un voto alle amministrative, il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha riunito giovedì sera i gruppi parlamentari di Camera e Senato per serrare i ranghi e discutere su come rilanciare l'azione politica, per cercare di frenare sul nascere almeno il dissenso tra i parlamentari.
Così, Crimi ha riassunto la discussione di ieri.
Il MoVimento 5 Stelle vive una fase di crescita importante. Dopo i tanti risultati positivi che abbiamo raggiunto in questi anni, c'è bisogno di nuovi stimoli e di nuovi, grandi, obiettivi. Abbiamo sempre lavorato con il massimo impegno per costruire il futuro del Paese e dei cittadini, e dobbiamo poter continuare a farlo con ancora più forza e determinazione. Il desiderio di affrontare le questioni irrisolte, di confrontarci sui temi che ci riguardano, anche animatamente e senza nascondere gli eventuali conflitti fra idee e opinioni diverse, è naturale. È un bene che ci sia. Perché quando ci si pone domande e si cercano risposte su come si sta crescendo, su cosa si vorrebbe diventare, significa che c'è vita e voglia di evolversi, di fare, di raggiungere nuovi e più importanti risultati oltre quelli già conseguiti.Dobbiamo dotarci di una nuova organizzazione, è evidente. E dobbiamo pensare ai temi del futuro, ai nuovi obiettivi che intendiamo porci, al nuovo sogno che vogliamo realizzare per il Paese. Per fare questo è necessario un percorso condiviso, che affronti le questioni di principio e non solo, che si interroghi sul domani e su cosa vogliamo essere.Ieri ho incontrato i nostri portavoce in Parlamento. Sui tanti media che descrivevano l'imminente assemblea, sembrava andassimo verso la resa dei conti definitiva, il far west, una guerra fra bande, l'inferno, l'ultimo giorno del MoVimento sulla terra. Aspettavano, forse speravano, che scorresse il sangue. Niente di tutto questo, ovviamente. Ma ormai troppo spesso una parte dell'informazione si affida alla fantasia piuttosto che ai fatti, a discapito dei cittadini e della formazione di una corretta opinione. Nessuno psicodramma, dunque. Anzi. È stato anzi un momento di confronto estremamente pacifico, con persone sempre rispettose, che hanno esposto la loro idea e posizione in modo civile e costruttivo, dimostrando di avere a cuore il MoVimento 5 Stelle.Nei prossimi giorni incontrerò altre realtà del MoVimento, dai portavoce del Parlamento Europeo e delle regioni, ai sindaci e ai facilitatori del Team del Futuro. Con il contributo di tutti cercherò di capire qual è il percorso migliore da seguire, un percorso all'insegna della massima partecipazione possibile e che abbia come punto di partenza e di arrivo l'assemblea dei nostri iscritti.Stando al nostro statuto, dovrei convocare le consultazioni per il nuovo capo politico il prima possibile. Ma da più parti si chiede per il MoVimento una diversa tipologia di guida, una maggiore collegialità e condivisione delle scelte. È impellente, dunque, la necessità di interrogarci prima su come deve essere definita questa guida, e quali obiettivi debba porsi.Pertanto, in alternativa all'elezione diretta ed immediata di un nuovo capo politico, ho proposto due percorsi. Uno consiste in un'immediata consultazione sulla guida del MoVimento e nella sua conseguente elezione. L'altro parte invece dal basso, dalle assemblee territoriali, e prevede l'individuazione dell'agenda, dei temi e delle questioni che devono essere affrontate; una commissione di 10 persone avrà il compito di effettuare una sintesi, elaborando gli argomenti che dovranno poi essere rimessi al voto degli iscritti, tramite una consultazione che consenta tempi giusti per dibattere dei contenuti, fisicamente oppure online.Voglio che sia chiaro: non c'è alcuna guerra, né lotta fra "correnti" per il potere. Questo è ciò che vuole far passare chi da anni non si dà pace per le vittorie del MoVimento, che sono vittorie dei cittadini, e ancora oggi tenta di avvelenare e svilire le tante cose buone fatte, raccontando menzogne e fake news.La verità è che tutti noi abbiamo estremamente a cuore le sorti del MoVimento 5 Stelle, perché rappresenta l'occasione per l'Italia e gli italiani di realizzare in concreto quel futuro che appartiene loro e che gli è sempre stato negato. Forza e coraggio. Continuiamo ad essere propositivi e costruttivi. Continuiamo ad impegnarci per dare al Paese il miglior MoVimento possibile.
Questo è il velo, come sempre pietoso come si dice in casi simili, con cui Crimi ha cercato di rappresentare il quadro del gruppo dirigente grillino. Un velo che lo stesso Movimento cerca di rafforzare, facendo seguire alle parole di Crimi, il seguente apologo:
C’è un filo conduttore che ci rende una comunità. Che rende il MoVimento e la sua gente una cosa sola. Un filo che non si è mai spezzato, come ha dimostrato anche il Sì al referendum.Non tutti i ‘Sì’ sono arrivati dal popolo del Movimento, ma sicuramente i dati confermano che il nostro popolo ha votato in blocco per il taglio dei 345 parlamentari. Un fattore che conferma che quel filo è saldo, a differenza degli altri partiti dove politici ed elettori si sono divisi, entrando in contraddizione. Uno “scarto” tra rappresentanti e rappresentati.Da questa sintonia, da queste affinità nel Movimento bisogna ripartire. Il Movimento ha sempre dimostrato la sua forza di cambiamento quando è unito, quando tutti parlano la stessa lingua e remano nella stessa direzione. Anche quando si discute. Anche quando si sbaglia. Ed errori ne facciamo, ne abbiamo fatti e ne faremo probabilmente, perché solo chi fa, sbaglia. Siamo la forza propulsiva di questa legislatura e ci siamo caricati sulle spalle la responsabilità di trainare il Paese fuori dall'immobilismo nel quale era impantanato da decenni.Non ci siamo mai fermati e non lo faremo neppure stavolta. Anzi, è il momento di rilanciare, confrontandoci, per fissare nuovi obiettivi e organizzandoci per affrontare al meglio le nuove sfide che ci attendono.Quelli che ieri si aspettavano (e auspicavano) la nostra implosione, la deflagrazione del Movimento sono rimasti delusi per l'ennesima volta. Parlano di noi ma senza capire o accettare cosa davvero siamo: una comunità di persone che nelle diverse sensibilità e sfumature trova la sua ricchezza, il suo elemento di forza. Una comunità capace di scegliere la strada per continuare, per andare avanti. Con cadenza regolare parlatori, pensatori, vecchi politicanti e i soliti media ci danno per morti, per poi accorgersi che devono continuare a fare i conti con noi. In molti casi sono gli stessi che dopo settimane di una campagna per il ‘No’ zeppa di falsità, di attacchi strumentali e una spolverata di terrorismo psicologico, si sono affrettati a cancellare la nostra storica vittoria al referendum, sostituendola frettolosamente con un'altra campagna a metà tra sceneggiatura e sceneggiata nella quale il confronto interno è stato rappresentato come il segnale del collasso.Non ci caschiamo. L’obiettivo è chiaro: distrarre, indirizzare, non parlare di problemi e soluzioni reali, fare sparire tutte le cose buone che abbiamo fatto. E sono già tante: reddito di cittadinanza, quota 100, decreto dignità, abolizione del super ticket sanitario, Codice rosso, Spazzacorrotti, carcere duro per i grandi evasori, decreto semplificazioni, decreto Genova, taglio delle pensioni d’oro, taglio dei vitalizi, assunzioni nelle Forze dell’Ordine, assunzioni nella Scuola, solo per citarne alcune.Tutto questo senza dimenticare la gestione di una pandemia mondiale, in cui il governo voluto e sostenuto dal MoVimento è stato un esempio per il mondo intero, come riconosciuto anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità.Vogliono fare sparire tutto, compreso quel ‘Sì’ scelto da oltre 17 milioni di italiani e che significa tante cose. Una su tutte: c’è sempre quel filo inossidabile che ci lega, che unisce il popolo del MoVimento e lo rende comunità.
Il guaio, però, è che la crisi del Movimento sta nelle sue origini: nel fatto di volersi identificare come né di destra né di sinistra per essere poi rappresentato allo stesso tempo da persone di destra e di sinistra che per ogni problema indicano sempre soluzioni opposte, nel fatto di non riconoscere capi per poi finire per essere gestito da un'azienda e dal suo amministratore delegato. il cui ruolo viene tramandato per successione dinastica come in una monarchia, nel fatto di propagandare un programma scritto dal basso mentre in realtà è il parto di una piattaforma di cui nessuno può garantire l'imparzialità, nel fatto... di pretendere di essere ciò che in realtà non è e non è mai stato.
Quando prenderà coscienza di tutto questo, il Movimento 5 Stelle finirà per capire che la propaganda può servire, in certi momenti storici, per acquisire consensi e che, quando [ in cerca di voti, un movimento può anche fare politica sostenendo un argomento e l'esatto contrario.
Ma quando devi governare, la propaganda non basta, si deve stare da una parte o dall'altra, si devono fare delle scelte da perseguire, poi, con coerenza e linearità, creando delle strutture democratiche al proprio interno in grado di dialogare fisicamente con gli elettori, da cui ricevere idee e indicazioni per rappresentarne esigenze e necessità in Parlamento.
In poche parole, il MoVimento, se vuole sopravvivere deve diventare partito... ma i vari Di Maio, Di Battista, Fico, Crimi, Taverna, ecc. riusciranno a comprenderlo?