“Carbonaio, a Bondone […] in piazza alla Levata c’è un bel monumento a te dedicato che testimonia il tuo passato” (G. Capelli).
La figura del carbonaio è strettamente legata ai territori montani, in un'epoca in cui il carbone vegetale non era ancora stato soppiantato dal gas e da altri combustibili. Tra la prima e la seconda guerra mondiale il carbone vegetale mandava avanti le locomotive ed i battelli a vapore ed era usato nelle cucine delle case.
Per produrlo intere famiglie si trasferivano per lunghi periodi nei boschi, andando a vivere in piccole capanne senza acqua corrente, lavorando ininterrottamente giorno e notte; anche i bambini più piccoli collaboravano come potevano. Insieme sceglievano lo ial, abbattevano gli alberi, trasportavano le fascine per costruire il poiat e vegliavano che la combustione del legno proseguisse senza incidenti.
Affinchè i carbonai non siano dimenticati, il Castello San Giovanni di Bondone ha documentato le loro storie ed il Comune di Bondone, in provincia di Trento, è stato lieto di esporre il monumento a loro dedicato, realizzato in bronzo dall'artista don Luciano Carnessali.