L'importanza di chiamarsi Greta: dal cambiamento climatico alla violenza sulle donne
Greta Beccaglia, giornalista o aspirante tale (poco importa), sabato sera si trovava appena fuori dello stadio Castellani per raccogliere in diretta, per conto di un'emittente locale (Toscana TV), le impressioni dei tifosi di Empoli e Fiorentina che avevano appena assistito alla partita.
Un signore, si fa per dire, passando le ha dato una pacca sul sedere, documentata dalla diretta televisiva. La Beccaglia ha poi detto che un'altra persona l'avrebbe palpeggiata.
Il fatto di cronaca da locale è diventato nazionale e Greta Beccaglia è diventata più nota di Greta Thunberg. Tutti, ma proprio tutti, si sono interessati del caso per dichiarare la loro indignazione tramite una specie di effetto domino tale da far sembrare che la giovane donna sia stata vittima di uno stupratore seriale. Che esagerazione!
Giusta l'indignazione di Greta e di coloro che da pochi giorni si sono eletti suoi paladini? Sicuramente no, perché deve definirsi perlomeno sacrosanta. Il fatto che qualcuno si ritenga autorizzato a dare pacche sul... sedere ad una donna è perlomeno segno di maleducazione ed inciviltà, al di là di altre considerazioni socio-culturali. E sacrosanta è l'indignazione di chi ha subito l'offesa.
Quello che però appare esagerato è l'enorme riscontro che è stato dato alla vicenda, con politici di ogni ordine e grado che sul fatto si sono gettati a capofitto per pontificare il loro sdegno, le cui dichiarazioni sono state poi amplificate dai media e, come se non bastasse, da personaggi più o meno famosi che volevano approfittare dell'evento per dare una spolverata alla loro offuscata notorietà... in una sorta di gioco a chi avesse espresso la migliore indignazione di giornata.
A farne le spese anche il povero conduttore in studio della trasmissione di Toscana Tv per la quale Greta sabato scorso stava lavorando in esterna. Colto di sorpresa dall'accaduto, Giorgio Micheletti, aveva commentato il fatto con un «non te la prendere», da lui spiegato con il solo intento di difendere Greta, per evitare che potesse accaderle qualcosa di peggio:
«Non volevo che avesse una reazione emotiva negativa in un momento di particolare stress».
Il comportamento di Micheletti, però, è stato stigmatizzato dall'Ordine dei Giornalisti della Toscana:
«Chi era in studio, invece di condannare il gesto e il molestatore, ha invitato la collega a non prendersela. Verso di lei non è stata sentita nessuna parola di solidarietà da parte del conduttore».
A tale dichiarazione Micheletti ha replicato:
«Posso aver sbagliato ad usare quelle parole, e me ne scuso se sono stato frainteso, ma il mio obiettivo era solo quello di difendere e sorreggere Greta perché non avesse una reazione che dal punto di vista emotivo poi non poteva controllare in diretta. Aveva su di lei la pressione psicologica di dover gestire una diretta televisiva. Poi nessuno ha guardato come è continuata la trasmissione. A un certo punto Greta ha parlato di un uomo, ma io le ho detto che l’autore di quella molestia era solo un essere.Se l’Ordine dei Giornalisti riterrà che il mio comporta non sia stato corretto, mi atterrò alle decisioni che verranno prese: io sono sempre stato estremamente rispettoso delle regole della deontologia professionale. Personalmente poi non ho mai derogato sui valori umani e professionali».
Ma poco importa, la furia moralizzatrice è adesso sguinzagliata e deve fare il suo corso. Così il reo è già stato identificato dal commissariato di Empoli, incrociando le immagini della molestia con quelle delle telecamere di sorveglianza dello stadio e i dati di entrata e uscita dai tornelli del Castellani. Il nome non è noto, ma si tratterebbe di un tifoso della Fiorentina.
I poliziotti che lo hanno identificato per procedere dovranno attendere la denuncia della giornalista, che dovrebbe arrivare nelle prossime ore.
Un episodio di maschilismo che non va sminuito per il rispetto dei i diritti che devono essere garantiti a tutti, uomini e donne, qualunque sia il contesto in cui operano. Un episodio che va e, probabilmente, verrà sanzionato.
Quello che però non convince in tutto questo è lo spropositato rilievo che si è dato al caso, specie se si raffronta con i fatti di cronaca dove violenze di genere reali e spesso terribili vengono liquidate nello spazio di un tg.
Dare un giusto peso alle cose, oggi, è così complicato? Perché c'è una misura nelle cose... ci sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto.