L'Assemblea Nazionale del Partito Democratico, domenica 7 maggio, ha proclamato Matteo Renzi segretario del Partito Democratico, proclamando ufficialmente i dati già pubblicati sul sito del partito.

Votanti totali 1.838.938, voti validi 1.817.412
Renzi: voti 1.257.091, pari al 69,17% dei voti validi.
Orlando: voti 362.691, pari al 19,96% dei voti validi.
Emiliano: voti 197.630, pari al 10,87% dei voti validi.

La nuova Assemblea Nazionale del PD, composta da 1000 persone (449 donne e 551 uomini) consegna a Renzi 700 delegati, a Orlando 212 e a Emiliano 88. Si eleggerà poi il presidente con la riconferma dell'incarico, a meno di sorprese, a Matteo Orfini e la nuova Direzione che, anche in questo caso, sarà composta quasi esclusivamente da renziani.

Nel discorso di investitura, nonostante Matteo Renzi abbia decisamente sostenuto il contrario, il Partito Democratico è sempre di più il Partito Di Renzi. E lo stesso Renzi lo ha ricordato chiaramente alla platea, dicendo che d'ora in avanti le critiche dovranno essere rivolte non all'interno del partito, ma esclusivamente agli avversari.

Inoltre, tra i numersi punti trattati, Renzi ha confermato l'appoggio al governo anticipando anche la creazione di un coordinamente tra segreteria e gruppi parlamentari, in modo da esser certo che Gentiloni esegua alla lettera gli ordini di scuderia, evitando brutte figure come quella della legge sulla legittima difesa. Naturalmente Renzi non ha usato queste esatte parole, ma la finalità era sicuramente implicita.

Il suo discorso, come d'uso, è stato un misto di autocelebrazione e di dileggio nei confronti del nemico, i 5 Stelle, con delle divagazioni di carattere internazionale che non potevano non toccare le elezioni francesi e Barack Obama che Renzi domani incontrerà a Milano in occasione del Seeds&Chips 2017.

E si può approfittare proprio di Obama per ricordarci che cosa sia Renzi e quanto il Renzi di oggi sia identico a quello del passato. Renzi ha celebrato Obama ricordando quanto ha fatto di bello e di buono e quante pagine importanti ha scritto per i diritti...

Renzi dice sempre ciò che gli fa comodo e ciò che è utile per promuovere se stesso. Per questo di Obama si è dimenticato di ricordare quanto abbia incrementato l'utilizzo dei droni per azioni militari che hanno anche causato la morte di molti civili innocenti.

È il non detto che ha caratterizzato il Renzi del passato e che continuerà a caratterizzare quello del futuro.

Infatti, esaltando il suo partito e le primarie, Renzi si è dimenticato di spiegare perché stavolta un milione di persone ha preferito non andare ad esprimere un voto per i candidati in lizza. Un terzo in meno rispetto all'appuntamento precedente.

Ed è proprio per questo motivo che il PD è, e non potrà non essere, il partito di Renzi. Infatti, Matteo Renzi non conosce il significato del dialogo, della critica, del'errore... difetti che vengono poi esaltati dalla piaggeria complice della sua corte che appoggerà qualunque decisione che lui abbia preso, sempre, in totale autonomia.

È questo il concetto di democrazia secondo Renzi. Molto simile a quello di una dittatura, ma non si può dire perché lui si è etichettato come democratico, quindi... come diceva un carosello di una volta, basta la parola. Dove stia la differenza tra il Renzi di ieri e quello di oggi è impossibile dirlo... perché non esiste.

Il partito di Renzi non ha nulla a che fare con il Partito Democratico di Orlando e di Emiliano. Lo ha dimostrato l'intervento dello stesso Orlando, in cui sono stati evidenziati con precisione chirurgica tutti i problemi del renzismo e di quanto prodotto dal governo Renzi.

Intervento in cui i renziani, imbarazzatissimi, si fingevano affaccendati da altre attività per far finta di non sentire le critiche ai numerosi problemi crefatgi da Renzi e che Renzi ha ignorato ed evitato di analizzare, ma che ancora pesano come macigni sul partito... ora, ma anche in futuro.

E l'attuale PD, pertanto, non dovrebbe essere chiamato il partito di Renzi? Ma non scherziamo... per favore!