"Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e che fa finta di non vedere chi le vìola sistematicamente".

Così questo martedì il premier Meloni, per introdurre sui suoi profili social un video che riprende  quanto aveva già detto pochi giorni fa in relazione all'indecente decreto per la gestione dei flussi migratori. 

Il motivo? Forse perché  ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato quell'indecente decreto dando il via libera alla sua temporanea esecuzione e alla sua approvazione in Parlamento. 

Ma più probabilmente, il premier voleva gettar sabbia negli occhi di chi l'ha votata e di chi ha votato questa accozzaglia di estremisti per distrarli dal fatto che, in fin dei conti, anche il suo governo non è affatto diverso, in termini di aumenti, da quelli che li hanno preceduti.

Infatti, scattata la mezzanotte, dal 1 gennaio sono saliti i prezzi di carburanti e pedaggi autostradali, a cui adesso hanno fatto seguito anche i rincari delle tariffe relative al trasporto pubblico locale, bus e metro.

Così, secondo quanto rilevato da Assoutenti, mentre a Napoli il biglietto è già salito da qualche mese da 1 euro a 1,20 euro, a Milano il biglietto dal 9 gennaio costerà 2,20 euro, con un aumento di 20 centesimi, a Parma l’aumento è di 10 centesimi... infine a Roma dal prossimo agosto il prezzo schizzerà dagli attuali 1,50 euro a 2 euro, con un aumento del 33%.

Considerando gli aumenti di carburante e pedaggi, "sui trasporti" il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, dichiara che "gli italiani andranno incontro ad una vera e propria stangata nel corso del 2023. La cosa peggiore è che si tratta di rincari del tutto ingiusti, con i consumatori chiamati a pagare il conto della crisi economica in atto. La scelta del governo Meloni di non prorogare il taglio delle accise è sbagliata, perché gli aumenti dei listini alla pompa produrranno rincari a cascata per beni e servizi in tutti i settori".

E a tal proposito, il Codacons stima addirittura aumenti per 2.435 euro a famiglia per il 2023, ma senza tener conto di possibili aumenti delle bollette di luce e gas.

Per questo Giorgia Meloni parla e parlerà sempre più spesso di migranti e di come sia giustificabile, secondo lei, secondo Mattarella e secondo la maggioranza, barattare la vita delle persone con il consenso elettorale.