La LEI ha pubblicato l'Esortazione Apostolica post-sinodale di papa Francesco dedicata ai giovani, "Christus vivit", firmata lunedì 25 marzo a Loreto e indirizzata «ai giovani e a tutto il popolo di Dio».
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!»
Inizia così la presentazione del documento, composto di nove capitoli suddivisi in 299 paragrafi, che è stato "ispirato" dal papa «dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dei giovani», celebrato in Vaticano nell'ottobre 2018.
Come spiega il pontefice, questa Esortazione apostolica, è «una lettera che richiama alcune convinzioni della nostra fede e, nello stesso tempo, incoraggia a crescere nella santità e nell'impegno per la propria vocazione».
«Mi sono lasciato ispirare - ha poi proseguito - dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dell'anno scorso. Non potrò raccogliere qui tutti i contributi, che potrete leggere nel Documento Finale, ma ho cercato di recepire, nella stesura di questa lettera, le proposte che mi sembravano più significative. In questo modo, la mia parola sarà arricchita da migliaia di voci di credenti di tutto il mondo che hanno fatto arrivare le loro opinioni al Sinodo. Anche i giovani non credenti, che hanno voluto partecipare con le loro riflessioni, hanno proposto questioni che hanno fatto nascere in me nuove domande».
Un accento particolare è stato posto su questa considerazione di Francesco, espressa al paragrafo 81. «I giovani riconoscono che il corpo e la sessualità sono essenziali per la loro vita e per la crescita della loro identità. Tuttavia, in un mondo che enfatizza esclusivamente la sessualità, è difficile mantenere una buona relazione col proprio corpo e vivere serenamente le relazioni affettive. Per questa e per altre ragioni, la morale sessuale è spesso "causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna". Nello stesso tempo, i giovani esprimono "un esplicito desiderio di confronto sulle questioni relative alla differenza tra identità maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all'omosessualità"».
Ma ancora di più sono da sottolineare i seguenti tre paragrafi che affrontano senza alcuna ipocrisia altri temi spinosi per la Chiesa, molto di attualità in questi ultimi tempi, tra Congresso di Verona e legge Pillon, in un'analisi che certo non potrà far piacere ai fondamentalisti preconciliari della restaurazione, che stanno utilizzando come megafono delle loro istanze l'opportunismo politico dei cosiddetti sovranisti.
40. Al Sinodo si è riconosciuto che "un numero consistente di giovani, per le ragioni più diverse, non chiedono nulla alla Chiesa perché non la ritengono significativa per la loro esistenza. Alcuni, anzi, chiedono espressamente di essere lasciati in pace, poiché sentono la sua presenza come fastidiosa e perfino irritante. Tale richiesta spesso non nasce da un disprezzo acritico e impulsivo, ma affonda le radici anche in ragioni serie e rispettabili: gli scandali sessuali ed economici; l'impreparazione dei ministri ordinati che non sanno intercettare adeguatamente la sensibilità dei giovani; la scarsa cura nella preparazione dell'omelia e nella presentazione della Parola di Dio; il ruolo passivo assegnato ai giovani all'interno della comunità cristiana; la fatica della Chiesa di rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società contemporanea".
41. Anche se ci sono giovani che sono contenti quando vedono una Chiesa che si mostra umilmente sicura dei suoi doni e anche capace di esercitare una critica leale e fraterna, altri giovani chiedono una Chiesa che ascolti di più, che non stia continuamente a condannare il mondo. Non vogliono vedere una Chiesa silenziosa e timida, ma nemmeno sempre in guerra per due o tre temi che la ossessionano. Per essere credibile agli occhi dei giovani, a volte ha bisogno di recuperare l'umiltà e semplicemente ascoltare, riconoscere in ciò che altri dicono una luce che la può aiutare a scoprire meglio il Vangelo. Una Chiesa sulla difensiva, che dimentica l'umiltà, che smette di ascoltare, che non si lascia mettere in discussione, perde la giovinezza e si trasforma in un museo. Come potrà accogliere così i sogni dei giovani? Benché possieda la verità del Vangelo, questo non significa che l'abbia compresa pienamente; piuttosto, deve sempre crescere nella comprensione di questo tesoro inesauribile.
42. Ad esempio, una Chiesa eccessivamente timorosa e strutturata può essere costantemente critica nei confronti di tutti i discorsi sulla difesa dei diritti delle donne ed evidenziare costantemente i rischi e i possibili errori di tali rivendicazioni. Viceversa, una Chiesa viva può reagire prestando attenzione alle legittime rivendicazioni delle donne che chiedono maggiore giustizia e uguaglianza. Può ricordare la storia e riconoscere una lunga trama di autoritarismo da parte degli uomini, di sottomissione, di varie forme di schiavitù, di abusi e di violenza maschilista. Con questo sguardo sarà capace di fare proprie queste rivendicazioni di diritti, e darà il suo contributo con convinzione per una maggiore reciprocità tra uomini e donne, pur non essendo d'accordo con tutto ciò che propongono alcuni gruppi femministi. In questa linea, il Sinodo ha voluto rinnovare l'impegno della Chiesa "contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale". Questa è la reazione di una Chiesa che si mantiene giovane e si lascia interrogare e stimolare dalla sensibilità dei giovani.
L'esortazione del Papa si conclude, infine, con questo desiderio: «Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci».