La sedia rossa III
Quella settimana volò.
Il venerdì sera, al rientro, Monica trovò a casa un po' di agitazione.
Alle 16.00, Silvio aveva citofonato presentandosi come "un amico di Monica" e aveva spiegato a sua madre la faccenda delle vernici. La madre lo aveva fatto accomodare e, mentre gli preparava il caffè, lui si era dedicato ai bambini. Aveva spiegato loro come si utilizzavano quelle vernici, su quali superfici potevano andare bene, quanto tempo richiedeva l'asciugatura. Aveva mostrato persino il movimento del polso, guidando delicatamente il braccio e piegando, avanti e indietro, le manine paffute di Armando e Giuseppe.
"E' stato delizioso" - le confidò la madre. Monica restò leggermente delusa. La madre ne colse il disappunto e, in tono leggero, le disse - "Ha persino preso appuntamento con Armando e Giuseppe. Domattina alle 10,00 sarà qui per la prima lezione di pittura." - sussurrando - "Ma dove lo hai scovato? Non solo è carino, ma con i bambini ci sa fare.".
Il giorno dopo, alle 10.00 in punto, suonò il citofono.
Dalle lezioni di pittura, in un mese, Silvio passò a "costruiamo un baule", "decoriamo la cameretta", "ripetiamo le tabelline", "puliamo la bici"; l'oggetto che cementò il rapporto tra lui e i bambini fu una vecchia sedia di legno scrostato che Monica teneva fuori al balcone. Su di essa si "esercitarono" con la vernice rossa e ne venne fuori un incantevole oggetto che i bambini vollero tenere in cameretta.
Pulito, leggermente profumato, sbarbato, in jeans e maglioncino, Silvio era diventato una presenza fissa in casa. Ogni pomeriggio, alla fine del turno arrivava e, in attesa di Monica (o almeno la madre così le diceva), si dedicava ai bambini, aiutandoli a completare i compiti per poi passare a quelle attività che facevano breccia nei loro cuori.
Armando e Giuseppe erano rifioriti; le risate e l'allegria dei loro sguardi riscaldavano il cuore e l'anziana signora era grata a Silvio. Anche lei, come i due bambini, ormai lo aspettava ogni pomeriggio e, nel breve tempo durante il quale gli preparava il caffè, lui aveva già catturato l'attenzione gioiosa dei nipoti. Lei cominciava a sperare in un qualcosa di più per la sua ragazza, quella bella, giovane donna che la vita aveva preso a calci, con un matrimonio fallito ed il peso di crescere da sola due figli.
Monica, invece, era disorientata. Ogni sera, tornando a casa, trovava Silvio e i bambini impegnati in qualche gioco; dopo una mezz'ora dal suo rientro, con squisita cortesia Silvio si accomiatava e a lei restavano solo gli entusiastici racconti dei figli.
Insomma, Silvio non sembrava interessato a lei.