"Se la politica non riesce a immaginare il futuro del Paese, dobbiamo pensarci tutti noi". 

Questo è il payoff di Realtà Italia che riprende un virgolettato del suo fondatore, Emanuele Filiberto, per introdurre il 2º webinar che andrà "in onda" nel pomeriggio di giovedì 9 luglio.

Perché parlarne? Perché in una intervista al Corriere, l'erede di casa Savoia ha detto - più o meno chiaramente - che quello che per adesso è un movimento, diventerà un partito.

«Basta con la politica dei selfie con la bandiera. Servono piani concreti per l’Italia che così, a ripartire non ce la fa. E cosa han fatto i politici, mentre tutti gli altri in Europa hanno prodotto soluzioni vere? Se Realtà Italia, il nome della mia nuova associazione, sarà in futuro un movimento politico o se resterà un movimento di idee per l’Italia non lo so. Ma se deve finire in politica, che sia».

Evviva la sincerità.

D'altra parte, il "principino" i contatti li ha, come dimostrano i relatori del suo webinar odierno: «Brunello Cucinelli che conosco bene perché siamo vicini di casa in Umbria, e Alessandra Priante scelta dalle Nazioni Unite come direttore del turismo europeo, Marcello Sorrentino di Fincantieri infrastrutture, Roberto Daneo fondatore di We Plan dietro alla candidatura di Milano per l’Expo 2015 e ora delle Olimpiadi Milano-Cortina, il professor Noci del Politecnico di Milano e Davide Oldani»...

il cuoco, che di questi tempi è fondamentale per rappresentare una parte del popolo italiano, visto che i cuochi vanno così tanto di moda.

Già... ma quale popolo pensa di rappresentare Emanuele Filiberto? I monarchici? I fascisti? I vigliacchi? I traditori? Boh... non lo ha spiegato, ma forse non è importante come dimostrano ampiamente gli esempi degli attuali partiti (o almeno così si definiscono) che infestano l'Italia di questi tempi. Si pensi alla sinistra che raccoglie i propri voti ai Parioli... oppure alla Lega che dice di voler rappresentare gli operai e poi si fa preparare il programma dagli imprenditori del nord-est. Che importa la rappresentanza quando l'importante è vincere?

Quindi, se pure un Emanuele Filiberto qualsiasi vuol fare il suo partito, perché stupirsi? C'è invece da rallegrarsi, perché sarà un'occasione in più per farsi quattro risate. Ormai a questo la politica si è ridotta, anche se è da capire che chi raccoglie più voti sia colui che fa ridere di più o colui che, rispetto agli altri, faccia ridere di meno. Questo rimane un mistero.