Eugenia Roccella, figlia di uno dei padri del Partito Radicale, Franco Roccella, e della pittrice e femminista Wanda Raheli, nel 1975 pubblicava il libro "Aborto: facciamolo da noi".
Dopo quasi un quarto di secolo, la Roccella si ripresenta sulla scena politica ma su posizioni diametralmente opposte a quelle che sosteneva in gioventù, così diventa sostenitrice di Silvio Berlusconi e tra i portavoce del Family Day.
Loredana Lipperini - giornalista, scrittrice, conduttrice radiofonica - su La Stampa ha incalzato sul tema dell'aborto la neo ministra, ricordandone per l'appunto il suo percorso politico... fin dalle origini.
La Roccella ha colto l'invito e ha risposto con una lettera inviata al direttore de La Stampa, Massimo Giannini.
"Parlavamo di diritti? Sì, lo facevamo", scrive Roccella "... ma delle battaglie di quegli anni nessuno ha più memoria, e se oggi si parla di aborto è solo per usarlo come arma contundente e impropria contro un governo che non è di sinistra e non è nemmeno tecnico (un peccato assai grave), e bisogna agitare lo spauracchio dell'attacco ai diritti delle donne.Che questa maggioranza sia stata votata dagli italiani ha poca importanza. così come non importa che il governo sia guidato da una donna, un fatto rivoluzionario nella storia, molto maschilista, della politica italiana.La verità è complessa non si può ridurre a slogan, e nemmeno a semplificazioni del tipo «ha cambiato idea», o peggio, «ha rinnegato il suo passato». Non ho rinnegato proprio nulla. Anche allora l'aborto non era la nostra massima aspirazione, ma un male necessario, per non essere schiacciate in un ruolo che chiudeva le donne in una gabbia di oppressione e subalternità.Tutto è cambiato, la sinistra sostiene il liberismo procreativo (!!!), il nuovo fiorente mercato del corpo, fatto di contratti, compravendite, affitti di parti del corpo femminile; le femministe che ritengono che la fonte dell'esclusione delle donne sia il corpo sessuato sono definite con disprezzo Terf, e non c'è spazio per un pensiero irregolare.Giorgia Meloni ha ripetuto fino alla nausea che non vuole cambiare la legge sull'aborto, e io non solo non ho nessuna volontà di farlo, ma non ne avrei nemmeno il potere, visto che dell'applicazione della legge 194 si occupa il ministero della Salute insieme alle Regioni.Se davvero a qualcuno importa conoscere la verità sull'aborto che Lipperini chiede, e anche cosa ha voluto dire vivere dentro una famiglia radicale, dentro il piccolo e straordinario mondo pannelliano, potrà farlo (comprando il libro di prossima uscita da lei scritto al quale non ha mancato di fare pubblicità. Pecunia non olet, ndr). Ma non mi sembra ci sia in circolazione molta reale curiosità per chi la pensa diversamente, e dietro tutta la retorica della diversità temo si nasconda solo la voglia di rimanere ben chiusi nelle proprie certezze".