La Chiesa ha ripetuto coraggiosamente e ha proclamato instancabilmente sempre che tra un uomo e una donna battezzati, non può sussistere un valido matrimonio se esso non è anche sacramento. Infatti, nell’ultima versione del Codice del Diritto Canonico leggiamo:  

 «II patto matrimoniale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunione (consortium) di tutta la vita (…) è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento. Pertanto tra i battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia perciò stesso sacramento» (can. 1055 §§ 1-2).

 Per poter cogliere la piena caratteristica propriamente sacramentale del matrimonio occorre anzitutto evitare di confonderla con la semplice “sacralità” oppure con la sola “soprannaturalità”. Il matrimonio tra un uomo e una donna, battezzati, è sacro e nello stesso tempo soprannaturale. Esso non è sacramento in forza di queste due dimensioni, ma perché ogni matrimonio sacramentale nell’attuale ordine di provvidenza, cioè nel mondo attuale così come è stato voluto da Dio, è sacro e soprannaturale. Dio, creando l’uomo e la donna ed unendoli in un rapporto di vita totale e generatore di altra vita, ha inserito il matrimonio in un particolare rapporto con Lui.[1] Effettivamente conosciamo «il progetto originario di Dio creatore sul matrimonio, attraverso la testimonianza del libro della Genesi (cap. 1 e 2)».[2] Nel testo biblico Dio inserisce il matrimonio in un quadro sacro, perché sacro è ciò che sta in connessione con il divino. Per questo possiamo dire che ogni matrimonio ha una sua sacralità.[3]

C’è da chiedersi, però, che cos’è l’ordine soprannaturale? La rivelazione dice esplicitamente che Dio ha voluto che l’uomo, nella sua esistenza e nella sua struttura, non si esaurisse interamente nella creaturalità, ma fosse elevato a “partecipare”, nell’esistenza temporale e mondana e in quella eterna e celeste, alla propria vita divina. Con questo Dio ha chiamato l’uomo a un “ordine soprannaturale”. Quindi tutto ciò che appartiene all’uomo, le realtà di questo mondo, il suo essere, il suo agire sono soprannaturali; e quando si tratta di azioni responsabili, a seconda della loro rettitudine o non rettitudine, diventano soprannaturalmente buone o cattive, cioè produttive di grazia o di peccato. Costatiamo che il matrimonio fra un uomo e una donna, anche se avviene tra non battezzati, diventa sempre un atto soprannaturale; e se, come atto umano, libero e consapevole, e cioè deliberato, è compiuto con integrale rettitudine, diventa un gesto produttivo di grazia e di misericordia.[4]

Per esempio possiamo pensare al matrimonio di Maria e di Giuseppe. Esso non era sicuramente un sacramento, ma era senza dubbio un atto soprannaturale, ricco di grazia e di misericordia. Tanto è vero che ogni matrimonio, prima di Cristo e dopo Cristo, ogni matrimonio, anche tra non battezzati, repetita juvant, appartiene all’ordine soprannaturale; e può essere accompagnato e lo dovrebbe da un accrescimento di grazia e di misericordia.[5] Diremo che l’ordine soprannaturale «è dono squisito di Dio “padre e madre” - l’esperienza paterno-materna, che ci è stata affidata, e come tale essa è rivelatrice del Donatore. Questa grazia, compito e missione è di ogni uomo e donna che accoglie la chiamata al matrimonio».[6]

Consideriamo che, grazie ai Padri della Chiesa, possiamo descrivere l’universalità e la bellezza dell’ordine soprannaturale a proposito dell’uomo e del matrimonio in questi altri termini. Bisogna sottolineare che per i Padri della Chiesa il primo uomo è stato creato sull’immagine di Cristo. Tanto è vero che anche se nel tempo Cristo viene dopo il primo Adamo, nella autenticità e nella esemplarità è prima, ancor più di quanto il Battista diceva di Gesù. Per questo Adamo poteva dire di Cristo che “viene dopo di me chi è prima di me,” perché a “sua immagine io sono stato creato”. Ugualmente il matrimonio di Adamo e di Eva, che il Testo Sacro mostra istituito da Dio con l’immagine suggestiva e poetica della costola tratta da Adamo e costituita in Eva, non è primario. Ciò che diventa sicuramente primario è l’unione sponsale di Cristo con la Chiesa.

Esattamente sull’immagine sponsale, è stato istituito il matrimonio dell’uomo e della donna. Dato che Cristo-Sposo e la Chiesa-sposa sono la sorgente dell’ordine soprannaturale, ogni uomo e ogni matrimonio appartengono all’ordine soprannaturale. Il matrimonio di un uomo e di una donna battezzati, oltre ad essere sacro e soprannaturale, è sacramento. In altre parole, il matrimonio-sacramento sponsale è un segno efficace di grazia e di misericordia, istituito da Cristo e celebrato dalla Chiesa. Per questo motivo il patto coniugale comunica agli sposi la grazia e la misericordia di Dio che salva e santifica.[7] Ecco perché possiamo dire che «la vocazione al matrimonio riveste una valenza ancora più significativa da quando Gesù (cf. Mt 5,1-12;19,1-10) l’ha riportata alla sua dignità originaria e san Paolo l’ha dichiarata segno sacramentale dell’amore di Cristo per la chiesa (cf. Ef 5,21-33)».[8]

 sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Lydek



[1]Cf. G. Oggioni, Catechesi sul matrimonio e sulla famiglia, op. cit., p. 24.
[2]C. Ghidelli, Sposi cristiani - riflessioni bibliche su matrimonio e famiglia, op. cit., p. 74.
[3]Cf. G. Oggioni, Catechesi sul matrimonio e sulla famiglia, op. cit., p. 25.
[4]Ibidem.
[5]Ibidem.
[6]C. Ghidelli, Spiritualità familiare - famiglia cristiana tra utopia e realtà, op. cit., p. 86.
[7]Cf. G. Oggioni, Catechesi sul matrimonio e sulla famiglia, op. cit., p. 26.
[8]C. Ghidelli, Spiritualità familiare - famiglia cristiana tra utopia e realtà, op. cit., p. 86.