I capigruppo alla Camera di Lega, Riccardo Molinari, e 5 Stelle, Francesco D'Uva, si sono trovati d'accordo per presentare una mozione per discutere il contenuto dell'analisi costi-benefici relative alla tratta per l'alta velocità tra Torino e Lione voluta dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Con la mozione, i due partiti di maggioranza impegnano il governo a "ridiscutere integralmente il progetto della Linea Torino-Lione, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia".

Nella mozione è scritto che lo "scopo dell'analisi costi/benefici è consentire un'allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative.

Del resto, secondo la Corte dei Conti europea, l'analisi costi benefici è per definizione lo strumento analitico utilizzato per valutare una decisione di investimento confrontando i relativi costi previsti e i benefici attesi.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e l'omologa francese Elisabeth Borne hanno firmato congiuntamente una lettera indirizzata al soggetto attuatore Telt per posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di Base.

Tale iter, secondo quanto espresso dal Ministro, persegue dunque l'obiettivo di avere un rapporto di collaborazione e condivisione con la Francia e, contestualmente, con la Commissione Ue".

Qual è il significato di questa mozione? Secondo alcuni è la pietra tombale per il proseguimento dell'opera. Almeno in questi termini la descrive, ad esempio, il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino:

"La Lega svela il suo vero volto, non a caso dopo il salvataggio del ministro dell'Interno da parte dei 5 Stelle. Nella mozione di maggioranza firmata dai due capigruppo alla Camera, che probabilmente sarà votata domani, viene chiesto di rivedere integralmente l'opera: esattamente come recita il contratto di governo con cui la TAV è stata bloccata.

Alla luce delle dichiarazioni di ieri del rappresentante della UE che chiedeva di fare in fretta nell'avvio dei bandi, questo vuol dire una sola cosa: se la maggioranza approverà questa mozione, sarà come mettere una pietra tombale sulla Torino-Lione. Se dovesse avvenire, interpellerò subito il Consiglio regionale perché attivi la procedura della consultazione popolare, in modo che i piemontesi possano dire forte e chiaro cosa pensano della TAV e del loro futuro."

In realtà, nella peggiore delle ipotesi, la mozione può essere solo un escamotage per ritardare la ripresa dell'opera, almeno in attesa che si svolgano le elezioni europee per evitare ai 5 Stelle una vera e propria debacle.

L'ipotesi più prevedibile è che l'opera andrà avanti comunque con qualche piccola modifica, per consentire ai 5 Stelle di salvare la faccia, in barba alle promesse elettorali e ai successivi diktat con cui i grillini anticipavano la chiusura del cantiere.

A conferma di questa ipotesi, la dichiarazione del ministro dell'Economia Tria arrivata in tarda serata, rilasciata ad una TV francese, in cui ha dichiarato che tutte le grandi opere i cui cantieri sono già avviati saranno portate a termine, e quindi anche il Tav Torino Lione.