La campagna elettorale è agli inizi, ma il risultato sembra ormai già definito, a meno che una parte consistente di quel 40% e oltre di italiani indicata come astensionisti e indecisi non si convinca di andare a votare e lo faccia compattamente per un singolo partito.

È forse questa l'ultima speranza rimasta a  Matteo Renzi che, da quando ha iniziato a girare l'Italia con il "suo" treno, il Partito Democratico da lui guidato ha inanellato una costante e drammatica erosione di consensi, con gli ultimi sondaggi che lo indicano tra il 23,9% ed il 23,1%... che equivale ad una Caporetto personale per Matteo Renzi.

Infatti, nonostante il Pd con tutti i suoi problemi fosse l'unico partito che potesse essere considerato tale, grazie anche alla sua storia e alla sua organizzazione, Renzi è riuscito a trasformarlo in una sorta di movimento personalistico, con il risultato che qualsiasi voto dato al Pd, da molti mesi a questa parte, è diventato un referendum pro o contro Renzi.

E dato che, da molti mesi a questa parte, Renzi ha iniziato a non esser più percepito come simpatico, ma come antipatico - per non dire altro - il risultato che si profila alle politiche per il Partito Democratico è tutt'altro che brillante.

E a poco valgono gli sforzi per raccattar voti... sforzi, tra l'altro legati a temi a dir poco risibili come fake news e vaccini. Ma a questo si è ridotto il Matteo Renzi odierno che ha perso il suo appeal anche nei confronti degli "amici" delle alte sfere. Dopo De Benedetti, infatti, anche Marchionne ha scaricato lo "statista" fiorentino.

L'ad di FCA, parlando da Detroit dei piani futuri dell'azienda in Italia, ha detto che «Renzi mi è sempre piaciuto come persona. Quello che è successo a Renzi non lo capisco. Quel Renzi che appoggiavo non l'ho visto da un po' di tempo.» Praticamente un benservito.

Le parole di Marchionne, per un qualunque politico di sinistra, sarebbero una specie di viatico, manna piovuta cielo. Ma non per Matteo Renzi per il quale, nonostante l'etichetta di socialista che si è appiccicato addosso, il mondo dei Marchionne è quello a cui lui aspira, quello che vorrebbe sedurre e che vorrebbe rappresentare.

Se non riesce più a farlo, è la riprova del suo fallimento politico.