Se uno degli uomini più ricchi al mondo, alla guida di uno dei fondi d'investimento più grandi e remunerativi esistenti sul pianeta, dice che un prodotto è veleno per topi al quadrato, forse è da prestargli attenzione.

Questo è stato il giudizio espresso questo lunedì da Warren Buffett sul bitcoin. La domanda attuale di bitcoin, secondo il presidente e amministratore delegato di Berkshire Hathaway, è da paragonare alla follia legata all'acquisto dei tulipani nell'Olanda del 17° secolo. È la "mistica" dietro la criptovaluta ad averne provocato un'impennata del prezzo.

È solo l'aumento del prezzo, a creare una maggiore richiesta e ad aumentare di conseguenza il numero di acquirenti... e chiunque non comprenda questa logica si fa irretire dall'eccitazione della speculazione, anche quando questa non sia motivata da un valore reale generato dal prodotto.

Charlie Munger, socio di Buffett e vicepresidente di Berkshire Hathaway, aveva già in passato descritto il bitcoin come "oro artificiale senza valore", paragonandolo alla definizione della caccia alla volpe di Oscar Wilde: "la caccia all'immangiabile da parte dell'indicibile".