Si alza lo scontro a livello europeo sul famigerato Nutriscore, che a detta di tutti penalizzerebbe il made in Italy, favorendo, con il suo astruso metodo di valutazione di salubrità, prodotti della grande distribuzione e considerati da molti come cibo spazzatura. 

Il sistema cosiddetto a semaforo, su cui Fratelli d'Italia e la sua leader, Giorgia Meloni, stanno combattendo da anni una battaglia campale in Europa per non renderlo obbligatorio, che invece incontra il favore dei grandi gruppi alimentari francesi, tedeschi e svizzeri. Riprova ne è dopo gli interventi a suo favore di Nestle e Danone, adesso un altro grande gruppo della grande distribuzione francese, Leclerc, accusa addirittura l'Italia di fare lobby contro di esso.

In Francia Que Choisir, associazione di consumatori, ha fatto partire dal 12 ottobre una massiccia campagna in favore del Nutriscore, etichettatura fronte-pacco a semaforo che rischia, se approvata in Europa, di danneggiare i prodotti italiani e di favorire i cibi lavorati dell'industria alimentare delle multinazionali.

A supportare questo sistema, in Francia, si sta impegnando anche la grande distribuzione e Michel-Edouard Leclerc, patron dell'0m0nima catena, ha pubblicato un video sul suo profilo Twitter poi ricondiviso da Serge Hercberg, il "padre" del Nutriscore, che ha promosso l'iniziativa dell'imprenditore scrivendo: "Bravo Leclerc per il tuo supporto al NutriScore e all'azione di UFC Que Choisir. Renderlo obbligatorio in Europa e denunciare chiaramente le lobby che si oppongono e rifiutano ai consumatori una reale trasparenza sulla qualità nutrizionale degli alimenti".

Leclerc attacca direttamente la "lobby italiana", giudicata "infernale" perché minaccia proprio l'approvazione del Nutriscore, che in Europa sta perdendo terreno contro le possibili alternative. Secondo Leclerc questo sistema di etichettatura "è vantaggioso per il consumatore" e non solo, visto che consente di "evolvere il modello alimentare senza calare le vendite".

Leclerc ribadisce che "dobbiamo bloccare questa lobby che vuole bloccare il Nutriscore" e si impegna "insieme ai miei colleghi della distribuzione per sostenere l'iniziativa". Immediata la reazione da parte del nostro paese contro quelle che sembrano attacchi pretestuosi ed ingiusti.

«La battaglia sul Nutriscore non è una battaglia contro un altro paese. È la difesa del nostro Made in Italy, e anche di tutti i prodotti europei di qualità, naturali ed espressione di tradizioni e territori».

Così in una nota il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. «In Francia, patria del Nutriscore, invece, si moltiplicano e si fanno sempre più duri gli attacchi contro l'Italia», afferma Centinao, osservando che «negli ultimi giorni non c'è più solo il suo ideatore a scagliarsi contro il nostro paese e contro i partiti che più di altri si sono opposti a un algoritmo banale ed eccessivamente semplicistico.

Dopo alcune associazioni di consumatori francesi ora il patron della catena Leclerc parla di 'infernale lobby italianà». E invece, incalza, «a sentire bene le sue parole, le lobby infernali sono altrove, non nel nostro paese».

«Si cerca in ogni modo di screditare il nostro paese - sottolinea Centinaio - perché è stato il primo e quello che con maggiore forza ha evidenziato tutte le contraddizioni e le carenze di questo sistema di etichettatura a colori, che non informa i consumatori ma punta soltanto a condizionare le loro scelte. Sempre più paesi sono scettici, e i dubbi crescono all'interno della stessa Commissione Ue». E infatti, conclude, quello che molti indicano come il prossimo minsitro dell'agricoltura «non sarà il Nutriscore il sistema a essere proposto da Bruxelles come modello unico di riferimento a livello comunitario. Una sconfitta che non deve andar giù facilmente a chi come Leclerc ha scommesso e investito tanto sul Nutriscore perfino con campagne pubblicitarie». 

«Quanto da noi fatto finora non ha nulla di 'infernale'- dice il presidente della Coldiretti Ettore Prandini- e non ha a che fare con le lobby, per usare le stesse parole di Leclerc. L'opposizione da parte della Coldiretti e di tutte le forze politiche del paese è nei confronti della disinformazione che un sistema come il Nutriscore rischia di promuovere presso i consumatori di tutta Europa guidando le loro scelte verso prodotti meno sani e ultraprocessati ma probabilmente più convenienti per pochi ma molto forti nella filiera alimentare».
Così conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini replicando al video del patron del Gruppo Leclerc nel corso del quale parla di "lobby italiana infernale da fermare" per "promuovere ovunque il Nutriscore insieme ai colleghi della Gdo".