L'Europa si sta accorgendo di essere in guerra contro la Russia... una guerra per ora solo energetica
Nell'abituale rapporto serale sull'andamento delle guerra in Ucraina, sabato, il presidente Zelensky, dopo aver riassunto quanto era accaduto nelle ore precedenti sul campo di battaglia, ha dichiarato: "In questi giorni, la Russia sta cercando di aumentare ancora di più la pressione energetica sull'Europa: il pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream è completamente interrotto. Perché lo sta facendo? La Russia vuole distruggere la vita normale di ogni europeo, in tutti i paesi del nostro continente. Vuole indebolire e intimidire l'intera Europa, ogni Stato. Laddove la Russia non può farlo con la forza delle armi convenzionali, lo fa utilizzando il gas e il petrolio. Sta cercando di attaccare creando povertà e caos politico, dove ancora non può attaccare usando i missili.E per proteggerci da questo, noi tutti in Europa abbiamo bisogno di ancor più unità, ancor più coordinamento, ancor più aiuto reciproco.Quest'inverno la Russia si sta preparando per un decisivo attacco energetico contro tutti gli europei. E le risposte chiave a questo dovrebbero essere due: in primo luogo, la nostra unità, unità nella protezione contro lo stato terrorista, e in secondo luogo aumentare la nostra stessa pressione sulla Russia, aumentando le sanzioni a tutti i livelli, in modo da limitare gli introiti della Russia derivanti da petrolio e gas.Più attacchi facciamo tutti insieme, meno attacchi saranno in grado di fare questi terroristi".
Le parole di Zelensky sono state pronunciate dopo l'imponente manifestazione che qualche ora prima ha visto sfilare per le vie di Praga circa 70mila persone che hanno protestato contro il governo per l'impennata dei prezzi dell'energia e per l'appoggio dato finora alle decisioni dell'Unione Europea e della NATO. Gli organizzatori della manifestazione hanno dichiarato che la Repubblica ceca dovrebbe essere militarmente neutrale e trattare le forniture di gas anche con la Russia. La manifestazione di protesta, che ha avuto il suo epicentro in piazza Venceslao, si è tenuta il giorno dopo che il governo è riuscito a superare un voto di sfiducia chiesto dalle opposizioni per non aver fatto abbastanza per contrastare l'inflazione e i prezzi dell'energia.
In Germania si registrano gli stessi problemi, e per evitare proteste di piazza, questa domenica il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato lo stanziamento di almeno 65 miliardi di euro per proteggere famiglie e imprese dall'aumento dei prezzi legati all'energia, dopo la sospensione della fornitura di gas da parte della Russia. Le misure sono state concordate dopo 22 ore di colloqui tra i tre partiti della coalizione.
Oggi, in una dichiarazione rilasciata a margine di un convegno ad Assisi, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra ha detto che "l'escalation dei prezzi energetici e dei beni alimentari rischia di vanificare la crescita economica. Secondo alcune proiezioni in Italia sono a rischio quasi un milione di posti di lavoro ed è un lusso che non ci possiamo permettere". Purtroppo però, il governo Draghi non ha annunciato ancora come e con quante risorse intenda affrontare la crisi energetica che sta investendo il Paese.
E quelli riportati sono solo alcuni esempi di una situazione che è comune a tutti i Paesi europei.
Ed è a questo che mirava la Russia, ancora una volta confidando nel supporto del generale "inverno", come conferma la recente dichiarazione del portavoce del Cremlino, diffusa dalla Tass, in cui Dmitri Peskov annuncia l'arrivo di una "grande tempesta globale", in cui la Russia, però, sarà in grado di preservare la propria macrostabilità.
In questo scenario, la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, si è sentita telefonicamente con Zelensky per parlare della prossima tranche di aiuti finanziari da inviare a Kiev e dell'ottavo pacchetto di sanzioni, tra cui il divieto di rilasciare visti ai cittadini russi.
Come in ogni guerra (quella combattuta dall'Europa è "per ora" solo una guerra economica), stiamo arrivando alla fase di escalation, dove azioni e reazioni saranno sempre più ravvicinate e intense. Se l'Europa non riuscirà ad arginare le conseguenze della crisi energetica sul proprio sistema economico, ci saranno solo due soluzioni, considerando che una pace sembra ormai pura utopia: arrendersi alla Russia o aumentare lo sforzo militare perché l'Ucraina possa vincere la guerra nel più breve tempo possibile... con tutti i rischio del caso.
Infine, le conseguenze di una terza opzione, quella che sia la Russia a vincere la guerra in Ucraina nel più breve tempo possibile, forse, potrebbero essere peggiori persino di una guerra diretta dell'Europa contro la Russia.