"Con la cattura a Bali di Antonio Strangio è stato messo a segno il terzo arresto contro pericolosi latitanti nell'arco di pochi giorni, dopo quelli di Edgardo Greco in Francia, irreperibile da 17 anni, e di Matteo Messina Denaro.Desidero esprimere la mia soddisfazione e le mie più vive felicitazioni a tutte le forze di intelligence, dell'ordine e di polizia che permettono questi straordinari risultati.La lotta contro la criminalità e contro tutte le illegalità resta un obiettivo prioritario del nostro Governo".

Come si evince dalle parole della premier Meloni, il suo Governo vuole opporsi a tutte le illegalità... purché non siano commesse dai suoi parlamentari, come Delmastro e Donzelli.

Dopo aver difeso i due sprovveduti sopra citati in una lettera al Corriere, in cui implicitamente dichiara di considerare dovuta la diffusione in Parlamento di documenti dichiarati dal Dap non divulgabili, e pertanto di ritenere impensabili passi indietro di Delmastro e Donzelli dagli incarichi ricoperti (che peraltro consentono ai due parlamentari di accedere a documenti riservati), la premier Meloni ieri è ritornata sull'argomento confermando la sua posizione:

Ma la Meloni, di quanto accaduto, fa una ricostruzione parziale, a proprio uso e consumo, dimenticando di sottolineare che quanto riferito da Donzelli alla Camera è un contenuto proveniente da "atti riservati interni al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, e che possono finire solo sulla scrivania del ministro della Giustizia o del sottosegretario con delega all'Amministrazione penitenziaria", secondo Pagella Politica.

Inoltre, in nbase a quanto riportato da Repubblica, la scritta "limitata divulgazione" sarebbe stata apposta dal generale Mauro D'Amico, a capo dal reparto di polizia penitenziaria del GOM (Gruppo operativo mobile), per accelerare la consegna della relazione proprio al ministro Nordio che ne aveva fatto richiesta in vista del intervento sul caso Cospito alla Camera.

Il GOM di Roma avrebbe inviato un plico con tutti i documenti al DAP, che poi lo avrebbe dovuto consegnare a Nordio. In base a quanto ricostruito da Repubblica, quel plico presentava la dicitura "riservato". Ma per velocizzare la pratica, il GOM avrebbe deciso di inviare per email al capo segreteria del DAP la sola nota introduttiva del generale D'Amico.

A quel punto sarebbe stata aggiunta la formula "limitata divulgazione", considerato che i documenti riservati non possono essere inviati per email.

Dunque, stando alla ricostruzione di Repubblica, la declassificazione dei documenti sarebbe stata dettata da una questione burocratica... anche se rimane inspiegabile come la dicitura limitata divulgazione possa suggerire a Nordio, Meloni, Delmastro e Donzelli che il loro contenuto potesse essere rivelato in un'aula parlamentare.

Nei prossimi giorni, alla Camera si discuterà delle dimissioni di Delmastro e del riassunto che il ministro Nordio farà della vicenda. Viste le premesse, tali appuntamenti saranno l'occasione per annotare le ennesime giravolte logiche con cui gli estremisti di destra tenteranno di giustificare ciò che non è possibile giustificare. Da non perdere!