Tre giorni fa, la pentastellata Laura Castelli, dislocata al ministero dell'Economia a far da badante a Giovanni Tria, dopo aver sentito pontificare il suo capo politico sul divieto di "spese immorali" relative al reddito di cittadinanza, intervistata sull'argomento, non si era certo tirata indietro, spiegando che "se per tre mesi verrà osservato che uno va all'Unieuro, magari un controllino della Guardia di Finanza si fa!"

In relazione al sempre più sibillino reddito di cittadinanza, il cui truffaldino titolo nasconde un sussidio di reintroduzione al mondo del lavoro, si rincorrono le spiegazioni contraddittorie su come dovrà funzionare, persino da parte dei suoi stessi proponenti.

Così Luigi Di Maio annuncia che il reddito si farà, poi precisa che non riguarderà le "spese immorali", ma senza dire quali siano. Interviene allora la viceministra all'economia che ci fa sapere che per uno che percepisce il reddito di cittadinanza andare all'Unieuro sarà considerato un crimine, per essere poi smentita dal suo "capo" che, per spese immorali, intende sigarette, gratta e vinci o altri beni non di prima necessità, per i quali, comunque, la carta che sarà messa a disposizione per gli acquisti non funzionerà.

Ma il sempre allegro Luigi Di Maio, che lascia uscire le parole a raffica senza valutarne il significato, pensava che deprecando le "spese immorali" avrebbe ottenuto un ulteriore consenso presso l'elettorato.

Purtroppo per lui, però, l'hashtag spese immorali si è trasformato in un boomerang che ha ridotto il reddito di cittadinanza in un tormentone per i battutisti social. È possibile sintetizzare le critiche che si sono accumulate minacciose sull'ottimista 2.0, Luigi Di Maio?

Sì, con questa riflessione: "Se uno ha diritto al reddito di cittadinanza perché fa una vita di mer.a, una volta che lo ha ottenuto deve continuare a fare una vita di mer.a, perché altrimenti lo arrestano! Ma allora, a che serve?"

Una forzatura? Mica tanto, perché nel frattempo, il sorridente, ottimista 2.0, vicepremier, pluriministro e capo politico pentastellato Luigi Di Maio ha spiegato che se una volta non vai a lavorare per il sindaco il reddito di cittadinanza ti viene tolto, se rifiuti il lavoro che ti viene indicato il reddito ti viene tolto, se vieni scoperto a fare un lavoretto in nero... allora vieni arrestato e messo in galera per almeno 6 anni.

E quanto sopra riportato non è una forzatura, ma quanto Di Maio ha detto. Quindi, immaginate un po' di essere titolari del reddito di cittadinanza... significa vivere nel terrore perché vi venga tolto, perché potreste pure finire in galera e perché dovete pure spenderlo nell'arco di un mese... mica che possiate tenervi qualche soldo sul conto per fare un'acquisto più consistente nei mesi successivi! In tal caso, la pena prevista non è stata ancora comunicata, ma almeno gli arresti domiciliari non sono da escludere.

Con queste premesse, il simpatico e sempre allegro Di Maio va in giro a dire che il reddito di cittadinanza è uno strumento per favorire i consumi e la ripresa economica! Va bene che Di Maio è un ignorante patentato che confonde il Cile con il Venezuela e Pinochet con Allende, ma credere che il regime di terrore che ha descritto intorno al fasullo reddito di cittadinanza, che assume sempre più i contorni di un'elemosina, possa incrementare i consumi è addirittura ridicolo.

Forse la Casaleggio associati e san Grillo da Genova non gli hanno spiegato che non è il terrore a favorire la propensione al consumo e agli acquisti... ma Di Maio è giovane e deve ancora imparare ad allacciarsi le scarpe... bisogna aver pazienza... si farà.

E comunque, Di Maio ha una dote che gli va riconosciuta: quella di riposizionarsi dall'oggi al domani, facendo finta di nulla, ignorando ciò che ha detto o ha fatto fino a qualche ora prima. Quindi, preso a sberle via social (e via tv, nella puntata di venerdì di Propaganda Live), ecco che il sorridente ottimista 2.0 Luigi Di Maio è subito apparso in un video su Facebook per spiegare ai seguaci di San Grillo che adesso ha capito che cosa sono le spese immorali!

Ecco l'ultima dichiarazione di giornata al riguardo: «Vorrei spiegare una cosa importante sul reddito di cittadinanza, perché altrimenti rischiamo come sempre di farlo sembrare quello che non è.

Sono anni che combattiamo per la verità, per raccontare cosa è veramente questo strumento. E la mia precisazione riguarda le spese immorali, che è un tema importantissimo: io non mi riferivo a nient'altro se non al gioco d'azzardo, perché il gioco d'azzardo è una piaga sociale che noi stiamo debellando con tutte le nostre forze e il mio primo provvedimento da ministro è stato togliere di mezzo la pubblicità sul gioco d'azzardo nel Decreto Dignità.

E c'è ancora tanto altro da fare, perché dobbiamo togliere le sale slot vicino alle scuole e ai parchi giochi. Dobbiamo ridurre il numero di slot, dobbiamo fare una serie di cose.»

Ma state tranquilli, da qui a dicembre c'è ancora spazio per ulteriori precisazioni.