Come riporta l'Istat nella nota a commento dei dati sull'inflazione, ad agosto 2020 si registra sì il consueto aumento congiunturale dei prezzi al consumo dovuto a fattori stagionali legati alle vacanze, a cui quest'anno si sovrappone la riapertura di gran parte delle attività della filiera turistica, ma questo non è tale da migliorare il dato tendenziale che continua ad essere negativo. 

Il dato congiunturale dei prezzi al consumo nel mese di agosto, al lordo dei tabacchi, rispetto a luglio registra un aumento del +0,3% su base mensile.

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe, rispettivamente da +0,4% a +0,3% e da +0,6% a +0,4%.

L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+3,0%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%), a causa di fattori stagionali, solo in parte compensata dal calo dei beni alimentari non lavorati (-0,6%).


Per quanto riguarda il dato tendenziale, rispetto ad agosto 2019, i prezzi al consumo diminuiscono del -0,5% (dal -0,4% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

In un quadro che vede l'inflazione negativa ancora determinata per lo più dagli andamenti dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -13,6% a -13,7%) e di quelli non regolamentati (da -9,0% a -8,6%), l'ampliarsi della flessione dell'indice generale si deve prevalentemente al calo più netto dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,9% a -2,3%). Si confermano invece in crescita, seppur in rallentamento, i prezzi sia dei Beni alimentari lavorati (da +0,6% a +0,4%) sia di quelli non lavorati (da +2,5% a +2,0%).


In base ai dati sopra riportati, l'inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l'indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.