"Rispetto alle precedenti versioni che sono girate tutte le poste sono peggiorate. Meno soldi per il trasporto pubblico locale, meno soldi per l’autotrasporto, meno soldi per la zona franca. E per il porto una misera mancia da 13 milioni di euro che non può che suscitare irritazione. Non vi è traccia di misure a sostegno e per il rilancio dell’economia genovese e il suo porto, che è il primo scalo d’Italia.

Nel decreto c’è, a stento, la riparazione dei danni subiti. Non c’è la cassa in deroga per la piccola e media impresa commerciale e artigianale. Niente sesto lotto del Terzo Valico, con buona pace del viceministro Rixi che, a questo punto, dovrebbe dimettersi.

C’è una sola certezza che il ponte lo paga subito lo Stato, le Autostrade si vedrà. Davvero niente male per i giustizieri dei poteri forti. In totale in due anni per l’emergenza lo Stato ci metterà circa 250 milioni di euro, la metà di quello che i precedenti governi di centrosinistra avevano stanziato per la messa in sicurezza idrogeologica della Valbisagno.

Peccato che Genova, dopo il crollo del ponte Morandi, viva una situazione drammatica e che secondo autorevoli analisti il prossimo anno la città perderà il 15% del Pil, all’incirca 5 miliardi di euro."

Quella sopra riportata è la nota pubblicata dal Pd genovese a commento del decreto Genova.


Ma anche il presidente della Liguria Giovanni Toti non pare soddisfatto di quanto ha letto e chiede a Toninelli di sbloccare il miliardo e mezzo di euro che rischia di fermare i lavori del Terzo Valico, di rifinanziare i fondi promessi al porto di Genova, ridotti del 90% nel decreto, di avere chiarimenti su chi pagherà gli indennizzi agli sfollati e di far sapere chi costruirà il ponte...

"Molte - ha detto Toti - sono le possibilità di ricorso che, ahimè, vedo all'orizzonte. Il commissario avrà un compito molto molto difficile anche perché la città di Genova e la Liguria non hanno alcuna intenzione di aspettare: vogliono vedere il ponte nei tempi che avevano previsto per costruire se avessero fatto da sole.

La struttura a cui il commissario farà capo non è una struttura particolarmente muscolare e, da quello che si legge, comunque ci sarà bisogno di un procedimento di gara ancorché semplificato perché il decreto non deroga alle norme europee sulla concorrenza."

Inoltre, Toti sottolinea un altro aspetto del decreto da non sottovalutare, quello della copertura economica da parte dello Stato fino al 2029, nel caso in cui Autostrade non pagasse. Probabilmente, ha dichiarato il presiente della Liguria, "è legato, immagino, ad un legittimo dubbio del governo, che noi sottolineiamo da molto tempo: nel momento in cui viene estromessa Autostrade, non sarà facile evitare ricorsi così come costringerla a pagare il conto.

È la prima volta - ha aggiunto Toti non senza ironia - che i cittadini sono costretti ad anticipare i soldi a qualcuno che ha fatto un danno a loro stessi e anche un danno grave. È un procedimento anomalo ma speriamo che funzioni."


Critico, infine, anche il giudizio del sindaco di Genova che ha commentato il decreto in questi termini: «Non ho chiesto cento per avere ottanta. Non possiamo perdere tempo. La città di Genova non se lo merita.»