“Lasciate il mondo un po' migliore di come lo avete trovato.” Era una delle massime di Baden-Powell, il fondatore dello scautismo, e a pensarci oggi, è stata una delle prime lezioni che lo scautismo mi ha trasmesso. Non con parole altisonanti, ma con l'esempio semplice e concreto della vita di campo.
Ricordo il mio primo campo estivo, in cui tutto sembrava una sfida insormontabile: tende montate in bilico, pentole nere di fuliggine e scarponi che sembravano fatti apposta per morderti i piedi. Eppure, ogni sera, intorno al fuoco, scoprivamo un senso profondo di comunità e di gioia che non avevo mai provato altrove. Quel fuoco rappresentava più di un semplice calore: era il simbolo di unione e del nostro impegno a fare del nostro meglio, come insegnava Baden-Powell.
“Lo scautismo è un gioco per ragazzi, fatto da ragazzi, sotto la guida di uomini.” A quell’età, i nostri capi scout sembravano giganti: non imponevano regole, ma ci guidavano con il loro esempio. Ci insegnavano a costruire con le nostre mani, a risolvere problemi con creatività e a trovare forza nel lavoro di squadra. Quando ci trovavamo di fronte a un ostacolo – fosse un ponte da costruire o una corda da tendere – la soluzione non era mai scontata, ma la ricerca insieme ci rendeva più forti.
C’era un motto che ripetevamo spesso: “Be Prepared” – Sii preparato. Non significava solo portare l’equipaggiamento giusto o conoscere le tecniche di sopravvivenza. Significava essere pronti ad affrontare la vita con coraggio e positività, accettando le sfide come opportunità.
Una volta, durante un'escursione, ci perdemmo nei boschi. La bussola non sembrava funzionare, il sole stava calando, e il freddo cominciava a farsi sentire. Fu allora che un ragazzo, che sembrava conoscere a memoria quasi tutte le sue opere, citò Baden-Powell: “Il vero modo per ottenere la felicità è donarla agli altri.” Ci incoraggiammo a vicenda, condividendo risate, pezzi di cioccolato e quel poco di calore che avevamo. Trovammo la strada insieme, e quella notte, la felicità era tutta lì.
Una delle esperienze più intense fu una notte in cui il nostro capo ci svegliò per portarci in una radura. Sotto un cielo trapuntato di stelle, ci lesse un passo scritto da Baden-Powell: “La natura studia sempre di rendere le cose belle e l’uomo dovrebbe fare lo stesso.” In quel momento, capii che lo scautismo non era solo nodi, tende e avventure. Era una scuola di vita che ci insegnava il rispetto per il creato e per gli altri, la cura del dettaglio e la bellezza della semplicità.
Oggi, quando vedo un ragazzo o una ragazza con il fazzolettone al collo, penso a ciò che ho imparato: lo scautismo è molto più di un gioco. È un modo di guardare al mondo con occhi aperti e cuore generoso. “Il nostro vero scopo nella vita è aiutare gli altri a essere felici,” scrisse Baden-Powell. Se c’è qualcosa che ho portato con me da quei giorni di tende e fuochi, è proprio questo: ogni piccolo gesto, ogni legame costruito con gli altri, è una scintilla che illumina il mondo. E quella scintilla non si spegne mai.