Non si può negare. Il Sindaco (FI) sembra come se fosse “robotizzato” dalla Lega di Salvini!
Il costante declino del partito dell’impero berlusconiano, in quanto non si può definire in altra maniera, è un dato di fatto e rimane una costante prevedibile con sicurezza.
Per ciò, visto nell’ottica che interessa questo articolo, sempre di più nel tempo a venire è naturale che per svariati ed inevitabili motivi, la situazione non sarà facile per FI di andare avanti con la propria linea politica in quei Comuni dove gli esponenti di quel partito condividono la gestione della cosa pubblica con la Lega (diciamo per il momento di Matteo Salvini ma, in futuro chissà) e quindi, sarà sempre più dura a meno che l’intento non sia quello di una futura fusione (OPA della Lega) con la relativa scomparsa del partito più debole!
Il partito che onora Alberto da Giussano, è nato, cresciuto e si è strutturato, nel tempo, con la formula “tutto mio”, significando con ciò che lo spazio, altri partiti che siano di destra o di sinistra indipendentemente, non potranno mai trovarlo!
E questo è quello che purtroppo succede anche in ambito amministrativo/politico nel nostro Comune; Perugia.
Tanto è vero che se andiamo a dare un occhio su come viene gestito il nostro Comune in questo momento, ci possiamo accorgere che la volontà della Lega sovrasta di molto, pur essendo solo al 15%, quella degli altri partiti della coalizione di destra che esprimono la maggioranza nel Consiglio comunale e che quindi gli esponenti della stessa maggioranza che non sono della Lega (compreso il nostro Sindaco), perdono o quanto meno affievoliscono le loro capacità manageriali.
Un fatto per tutti a dimostrazione di questo stato di cose.
Fino a qualche tempo fa, nell’attribuzione delle deleghe agli Assessori, il Sindaco, si era riservata una di quelle più importanti per la nostra città:la sicurezza. Una questione molto delicata che doveva e tutt’ora deve, essere presa come si dice “con le molle” per dare la garanzia di risultati concreti senza correre il rischio di togliere quella garanzia di una democrazia liberale che, sia socialmente quanto culturalmente, ci spetta di diritto!
Bene (anzi male!).
Nel rimpasto successivo di attribuzioni delle competenze che è succeduto in secondo momento, fatta per qualche ragione complicata ma comprensibilissima per un necessario equilibrio di palazzo, questa importantissima delega è andata a finire nelle mani di un assessore della Lega (ma va!). Nelle mani di un partito, come si diceva, che nel contesto della maggioranza si porta dietro un solo 15% di consensi, frutto delle ultime consultazioni amministrative.
Le proposte che i signori amministratori, espressione di quel partito, hanno pesato di mettere in essere sono, come minimo per non dire altro, inefficienti e socialmente non accettabili. Hanno pensato di impostare il loro intervento con il pugno di ferro dichiarando che sarebbero opportuni; cani antidroga, taser ed esercito nelle strade.
Un onorevole della Lega, tanto per essere coerenti con se stessi, in una recente visita a Perugia ha dichiarato, cercando di far apparire i provvedimenti proposti come non gravi:
«Militarizzare il quartiere Fontivegge? Sì, perché vorrebbe dire ripristinare i presidi di sicurezza e rinforzare gli organici delle forze dell’ordine nazionali e locali – quindi ha concluso – Militarizzare non vuol dire invasione di carri armati come qualcuno vuole far credere (n.d.r.: forse ci crede lui), ma significa che lo Stato possa riappropriarsi del proprio territorio affinché i cittadini tornino a vivere con serenità e tranquillità».
Neanche se fosse la riconquista del territorio perso in qualche battaglia di una rivoluzione nazionale!
Non passa neanche per l’anticamera del cervello di quella gente che la questione sicurezza a Perugia, come in qualsiasi altra parte del Paese, non può essere condotta con atti di cruda e dura repressione antidemocratica ma, soprattutto, portata alla coscienza della gente iniziando un coinvolgimento reale che renda consapevole l’intera città, dandogli gli strumenti veri per un futuro migliore da vivere.
Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)