TACCUINO #33

  • “Pensiero non pensato” (pre-riflessivo): La riflessione sulla dimensione originaria del pensiero legato al cuore potrebbe esplorare come la biologia del cuore trasmette informazioni filogenetiche, creando un legame tra la memoria ancestrale e l’essere cosiddetto psichico. Questo pensiero “non pensato” è un’emozione primordiale che non passa attraverso il razionale, ma è l’essenza stessa della nostra struttura biologica. La critica alla psichiatria e alla psicologia tradizionale sarà centrale, suggerendo che molte delle diagnosi legate a cosiddetti “disturbi mentali” derivano da una comprensione errata delle interazioni biologiche e psichiche. Tuttavia, le speculazioni sono malattie che vanno curate e una critica, una krisis che partecipa di discernimento sui presupposti d'attenta analisi irrorata da acribia, e non da pregiudizi sterili e asfittici propri ad esempio di una politica, una giurisprudenza, una magistratura, solo per fare qualche esempio di apparati condizionati da convenzioni, è pur sempre - noi sosteniamo - elaborazione razionale razionalizzante. Questa è un'ottima sfida per intuire se parteciperemo del raziocino (e quindi pensiamo della ragionevolezza), del ragionamento, o del sentire viscerale.

  •  “Pensiero pensato” (riflessivo): Il passaggio al pensiero riflessivo, che emerge dal corpo e dalla spinta cardiaca, diventa una riflessione sul ruolo del cervello come strumento che elabora e riflette, ma che non può fare a meno di una connessione primaria con il cuore. L’intelligenza, in questo contesto, è vista come un’entità che attinge da un movimento originario, e la riflessione si costruisce sulla percezione che l'intelletto è sempre guidato da impulsi precedenti, pre-riflessivi.

  •  Il Sociale e il Trauma: Il modo in cui le tossine sociali - del sociale - (emozionali, religiose, culturali, politiche) colpiscono il corpo e il cervello è essenziale per comprendere il trauma. I taccuini dovranno trattare come le esperienze esterne possano scatenare traumi che alterano l’equilibrio atomico dell’individuo e, quindi, l’esistenza stessa. La divisione tra “vedente” e “non vedente” gioca un ruolo importante nel delineare chi è veramente “vivo” e chi è “morto alla vita”, offrendo uno spunto per riflessioni più ampie sulla condizione esistenziale dell’uomo.