Eramo: lavorare è un diritto fondamentale della persona umana; in un tempo così duramente provato economicamente non ci possiamo permettere perdite di posti di lavoro.
È una nota davvero dissonante parlare di mancanza di lavoro nella ricorrenza del 1 maggio, giorno in cui si festeggia per l'appunto il lavoro.
Gli operatori della Whirlpool ancora in protesta in attesa di un riscontro da parte della nota multinazionale americana che dal 31 ottobre scorso tiene chiuso lo stabilimento di via Argine a Napoli. Davanti ad una situazione del genere non si può rimanere indifferenti: la Whirlpool deve aprirsi al confronto e dare delle delucidazioni sul perché il sito partenopeo stia subendo un trattamento così avvilente tanto da mortificare il diritto stesso degli operai al lavoro.
Dietro le proteste degli ultimi giorni inquietante si cela il grido di persone che insistentemente chiedono di essere aiutate e che intrepide invocano la riammissione nel circuito lavorativo. In un periodo già così funesto, drammaticamente segnato dalla pandemia da Covid19 e che ha dato vita ad una delle peggiori recessioni economiche dal 1870, portando con sé un drammatico aumento dei livelli di povertà non si possono perdere altri posti di lavoro.
La Whirlpool, sicuramente in buono stato di fatturazione rispetto alle altre fabbriche presenti sul territorio, ascolti il grido di aiuto dei lavoratori napoletani e trovi al più presto una soluzione solida e concreta.