Chi erano quelle persone accampate a Roma in piazza Indipendenza? Migranti, per lo più di origine eritrea, in parte richiedenti asilo ed in parte già considerati rrifugiati. Era dal 19 agosto che si trovavano accampati tra le aiuole della piazza dopo essere stati evacuati da uno stabile in via Curtatone.

Secondo la Questura, quelle persone non avrebbero accettato una sistemazione alternmativa a quella abusiva in via Curtatone dove erano alloggiati. Non solo. Secondo il prefetto di Roma avrebbero volutamente occupato piazza Indipendenza istigati dai movimenti autonomi che protestano per il diritto alla casa per supportare una loro manifestazione in programma per il fine settimana.

Ormai le giustificazioni fioccano senza soluzione di continuità per uno sgombero in cui la Polizia ha usato idranti e modi spicci, per non dire manifestatamente violenti, per disperdere poche decine di persone, tra cui donne, anziani e persino disabili.

In alcuni filmati, da parte di chi ha condotto l'operazione si invitano gli operatori di Polizia a spezzare persino le braccia agli occupanti, se necessario. Dopo i fatti, la Polizia ha trovato la giustificazione del proprio comportamento nella presenza di bombole, adesso in gran voga nell'informazione come sinomnimo di terrorismo, e nel lancio di oggetti.

Questa la dichiarazione del sindacato SAP: «Gli errori del Governo con le sue scelte scellerate in materia di immigrazione, ricadono sempre sulla Polizia che è chiamata a fare per strada il lavoro sporco senza alcuna tutela». Dura la posizione di Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), circa gli scontri avvenuti in piazza Indipendenza a Roma, tra migranti e poliziotti, ripresa dalle agenzie e da IntelligoNews in una intervista.

Ma insieme ai migranti, che forse dovremo chiamare più opportunamente rifugiati, vi erano - a loro supporto - anche organizzazioni umanitarie di varia estrazione, tra cui la Caritas di Roma, il Centro Astalli, gli Scalabriniani, l’Unicef, l’Arci, Intersos e tante altre.

Tutte queste, presenti sul posto, hanno criticato l’uso eccessivo della forza da parte della Polizia, specialmente contro famiglie, donne e bambini, senza rispetto alcuno per i diritti dei rifugiati. E dato che non si può scambiare il vescovo ausiliare di Roma che è anche delegato Migrantes della Conferenza episcopale del Lazio come un arruffapopolo o connivente di qualche movimento di autonomi, le parole di monsignor Paolo Lojudice possono essere utili per capire e giudicare quanto accaduto: «Mi sono sempre occupato di situazioni di marginalità. Credo sia importante essere in quei luoghi dove c’è un disagio e una sofferenza in atto.

[... ] Sono sgomento. Il problema è che manca un meccanismo di mediazione e di dialogo. La polizia diceva di avere il compito di togliere di mezzo tutto. Le donne si piazzavano davanti e sono partiti gli idranti. Non si capisce chi decide, cosa c’è dietro, non si sa con chi parlare, chi fa intermediazione. E’ un caos totale. Fa impressione – e una certa paura – vedere gestire le situazioni in questo modo. Altre volte mi sono trovato in mezzo a sgomberi. Non è un problema che riguarda solo gli stranieri, è un problema di occupazione e di legalità.

[...] C’erano queste due bombole che incombevano dai balconi. Ieri quando siamo entrati nello stabile abbiamo fatto di tutto per invitarli a toglierle. Non possiamo negare che possa essere accaduto [che una bombola sia stata lanciata da un balcone…], visto il caos più totale. Certo è strano vedere uno spiegamento di forze da guerriglia: quando sono entrati in azione gli idranti, con gli agenti in tenuta antisommossa, erano rimaste solo una quindicina di persone. Io sono stato lì fino a che sono andati via quasi tutti e hanno portato alcuni in ambulanza.

Una funzionaria del Comune mi ha detto ieri che la struttura di Torre Maura era disponibile. Ma alcuni l’hanno vista e non l’hanno ritenuta adatta. Inoltre la proprietà dell’immobile avrebbe messo a disposizione quattro villette in provincia di Rieti per ospitare temporaneamente alcuni nuclei familiari: tenere unite le famiglie era già un buon segno.

Il problema fondamentale è che queste storie vanno accompagnate, altrimenti si sposta il problema e non si trova una soluzione. Questo vale per gli immigrati ma anche per gli italiani che vivono in queste condizioni. Accampate a piazza S.S.Apostoli ci sono anche famiglie italiane.

Questa amministrazione [di Roma Capitala] ha parecchi problemi che non riesce a sbloccare. E il sistema degli sgomberi non è il modo migliore. Ma dove maturano queste decisioni? Al ministero dell’Interno o all’interno del Comune? I poliziotti fanno il loro lavoro e hanno il compito di riportare l’ordine. Però il Comune dovrebbe mediare e trovare prima una soluzione. Non ho visto quasi mai passaggi razionali. E’ però anche vero che in queste situazioni ci sono persone che si mettono in mezzo e fomentano.

Non si possono risolvere i problemi in questo modo: diventiamo ridicoli. Chi ci vede dall’estero può pensare che in piazza ci fossero 100.000 persone. Invece no, c’erano una ventina di persone ma sembrava di stare in un assetto di guerra. Uno spiegamento di forze con 100 poliziotti, blindati, idranti, per un gruppetto di donne accampate per protesta. Diventiamo ridicoli agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. Spero che come Chiesa di Roma riusciamo a farci promotori di un dialogo, di una vera confluenza di forze soprattutto sul piano della progettualità, prima ancora di arrivare all’azione materiale, fisica dello sgombero. Tranne alcuni casi in cui può essere necessario, se la polizia sa della presenza di soggetti pericolosi.»

In parte le parole del vescovo sono state condivise anche dal capo della polizia Franco Gabrielli che, in un'intervista a Repubblica, oltre a condannare la frase di incitamento alla violenza pronnunciata da un dirigiente della Polizia, ha voluto ribadire che le responsabiloità di quanto è accaduto in piazza sono da attribuire anche a «chi ha consentito a un’umanità varia di vivere in condizioni subumane nel centro della capitale. E dunque che si arrivasse a quello che abbiamo visto oggi.

Due anni fa, da prefetto di Roma, insieme all’allora commissario straordinario Tronca, avevamo stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive. E questo perché il tema delle occupazioni non si risolve con gli sgomberi ma trovando soluzioni alternative E’ accaduto che non ho più avuto contezza di cosa sia accaduto di quel lavoro fatto insieme a Tronca.

Era previsto da un delibera un impegno di spesa di oltre 130 milioni per implementare quelle soluzioni alle occupazioni abusive. Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?»

E che la politica, o il mutato sentimento di tutte le forze politiche nei confronti dei migranti, sia responsabile della vicenda di piazza Indipendenza, lo dimostra l'assenza di dichiarazoni dal parte del ministero dell'Interno e del Partito Democratico, come anche la mancanza di dichiarazioni del Movimento 5 Stelle. Adesso entrambi i partiti hanno stabilito, in vista delle prossime elezioni politiche, che per ottenere dei voti in più è necessario seguire la strada della Lega. Il migrante è un problema, va aiutato a casa sua, gli va impedito di raggiungere le coste italiane, va dimenticato nei centri di detenzione in Libia, non va soccorso in mare e, se proprio riesce a raggiungere l'Italia, deve subire qualunque umiliazione possibile e deve sottostare a qualunque difficoltà creata dalle stesse istituizioni che, in base alla Costituizione, dovrebbe invece tutelarlo.

E tutto questo, naturalmente, con il solo scopo di spartirsi dei voti. Adesso, il PD di Renzi e i 5 Stelle di Grillo fanno concorrenza alla Lega di Salvini, senza nessuna vergogna, senza alcun imbarazzo... anzi, ci diranno pure che è un atto dovuto e che non c'è alcuna ipocrisia ed alcuna contraddizione con quanto fatto in passato... ma per il momento, PD e 5 Stelle non hanno espresso alcuna opinione sui fatti di piazza Indipendenza.