In tempi di pandemia, ai down siamo ormai più che abituati, con i promemoria relativi alle misure di contenimento, alò loro inizio, alla loro scadenza, su che cosa prevedono... e così via.

Invece, ai down dei Big Tech non siamo per nulla abituati, tanto da ritenerli impossibili e meritevoli di diventare un trend social. È stato sufficiente che Google avesse problemi su alcuni dei servizi più utilizzati che subito la loro indisponibilità è diventata un trend social... YouTube down, Gmail down... Google down.

Che cosa è accaduto? Boh!

Google non lo ha (ancora) fatto sapere, ma in tutto il mondo si sono registrati problemi di accesso ad alcuni dei servizi offerti per gli utenti autenticati. Infatti, ciò che non era accessibile come utente registrato, lo diventata dalla pagina che i browser mettono a disposizione per effettuare la navigazione in modalità anonima.

Un attacco hacker? Una qualche configurazione errata sulle impostazioni dei server? Un problema nei data center? Ancora non è stato fatto sapere e non è detto che lo sarà.

In ogni caso, la funzionalità dei servizi è poi ripresa normalmente dopo un'ora circa.

Due le considerazioni sull'accaduto. La prima è relativa al mondo virtuale. Tanto è diventato essenziale che una pur breve indisponibilità di alcuni dei suoi servizi più diffusi diventa quasi una tragedia. La seconda è diretta conseguenza della prima ed è la riprova di come la crescita del mondo virtuale sia avvenuta senza il dovuto controllo. 

I "BigTech" sono diventati i padroni della rete, pur non avendone - almeno in teoria - le chiavi. Sono loro, con le loro regole, ad indirizzarne i contenuti e la loro fruibilità, in nome di una libertà che è solo supposta, ma che in realtà è tutt'altro che concreta. In pratica, si è permesso a pochi di essere il quasi esclusivo punto di riferimento per molti. Internet è così diventato l'esatto opposto per il quale è stato pensato.

Ma questa situazione, in relazione alla disponibilità di servizi che adesso vengono utilizzati dagli utenti Internet, come dimostra quanto accaduto,  ha il suo rovescio della medaglia nella quantità di persone che vengono coinvolte... se tutti usano lo stesso programma di posta, allora tutti - a causa di una sua indisponibilità  - non avranno più una casella di posta. Ammetto la banalità di quanto riportato, eppure, nonostante ciò, nessuna "regolatore" sembra averci riflettuto.