La pausa del rally del petrolio è durata poco, il tempo di assorbire le mosse "hawkish" della FED. Il prezzo del barile è di nuovo cresciuto soprattutto a causa delle notizie che arrivano da due paesi grandi produttori di oro nero: Kazakistan, con la rivolta scoppiata per il caro-gas, e Libia, dove la produzione di petrolio è diminuita di oltre 500mila barili al giorno a causa della manutenzione degli oleodotti e dai ricatti sul governo provvisorio causati dalle milizie.

Questi problemi dal lato dell’offerta giungono pochi giorni dopo l’ultimo meeting OPEC+, dove i membri hanno deciso di mantenere la politica attuata in precedenza basata su modesti aumenti produttivi ogni mese per sostenere il prezzo del greggio. I Paesi del cartello sono convinti che l’impatto di Omicron sulla domanda di carburante sarà lieve e di breve durata.

Questi fattori hanno spinto il Wti ad oscillare intorno agli 80 dollari e il Brent a guardare alla soglia degli 83.