Mi consola il fatto che in alcune dichiarazioni inerenti la strage dell’indifferenza che si è consumata sulla spiaggia calabrese appare la parola “disumanità”.

Tale definizione è appropriata anche riferita al contenuto dell’intercettazione della funzionaria lombarda nel momento cruciale dell’inizio della pandemia, riferendosi a Fontana: “(…) per il Presidente non si può dire la verità. Salvini vuole mettere in difficoltà il governo”. 

Risuona alta la voce della donna che, all’uscita dalla Procura di Milano dei politici lombardi, pronunciava: “Ci avete mandato al massacro per tenere aperte le vostre imprese”. 

I Benetton sacrificano al profitto 84 vite umane e un patrimonio di miliardi  costruito con il lavoro e il denaro degli italiani e riescono, con un contratto capestro concordato con funzionari corrotti e politici compiacenti, a guadagnarci sopra 9 miliardi contro una liquidazione di pochi spiccioli alle vittime.

Vi è inoltre il problema di una classe dirigente di falliti, parassiti e corrotti che con le loro scelte economiche scellerate hanno trascinato milioni di cittadini nella povertà e molti altri verranno travolti e che sfacciatamente colpevolizza le vittime. 

Il problema centrale della politica consiste nel creare un rapporto speciale tra la società e lo Stato, un rapporto che tenga conto e sviluppi le forze e le forme dello spirito cristiano che dovrebbe plasmare e guidare le coscienze. 

Quando l’azione politica cristiana è legata solo apparentemente alle forme spirituali e non si realizza in un corpo organico in una Comunità concreta che opera secondo un ordinamento dipendente da realtà spirituali, a nulla valgono gli sforzi isolati degli esseri umani di buona volontà. Bisogna decidere se ci devono governare il ricatto, la violenza e la paura o uno stato di diritto retto da buone leggi, perché le leggi devono essere il più possibile giuste ed uguali per tutti proprio perché non sono sinonimo di giustizia ma tendono alla giustizia.

Il nostro modello è la democrazia ispirata al Paese che, a detta dei più, eccelle per democrazia: gli USA. Sono più di settant’anni che non riusciamo a realizzare concretamente i principi costituzionali contenuti nella nostra Carta, perché? La nostra Costituzione collide con gli interessi di un Paese che ha realizzato il modello assurdo, che porta in sé il germe della distruzione, di una democrazia liberale (democrazia capitalista) che vuole imporre al mondo con la forza delle armi e il ricatto economico. Il capitale non è mai democratico, è l’esatto contrario! L’aspetto più orrido è proprio la disumanizzazione del rapporto capitale-forza lavoro: l’essere umano viene sacrificato al profitto e non posto al servizio e ad un armonico progresso dell'umanità.

All’interno di questo vasto Paese vi sono però delle forze di opposizione valide: coloro che difendono i diritti civili calpestati sistematicamente e pubblicamente. La popolazione afro-americana ha forze per imporsi tra mille difficoltà e ottenere dei risultati invece un’ingiustizia che viene consumata metodicamente è quella contro le comunità dei nativi d’America, legittimi proprietari di quel continente relegati nelle riserve.

E’ molto significativo il contenuto in un discorso tenuto dall’avvocato di colore Bryan Stevenson, fondatore dell’Equal Justice Initiative che da giovane laureato alla Harvard Law School si trasferisce in Alabama per offrire assistenza legale ai detenuti condannati a morte ingiustamente.  Il contenuto esprime una democrazia “laica” basata sul rispetto e un trattamento egualitario di tutti gli uomini di fronte alla legge e un comportamento etico non solo sul piano professionale ma nel quotidiano come membro di una comunità, un messaggio prezioso specialmente per l’Italia dove i valori cristiani si celebrano a parole ma non nella dura concretezza quotidiana traducendosi in ipocrisia e falsità. Questo è un esempio dell’agire dello Spirito negli esseri umani disposti ad accoglierlo.

“Quando si è giovani e idealisti si pensa che si possa cambiare il mondo con le idee, con il tempo impariamo non possiamo cambiare lo stato delle cose solo con le idee, serve la sicurezza nel cuore che da speranza, da vita alla speranza perché bisogna nutrire la speranza. 

Ci vogliono testa, cuore e speranza, bisogna nutrire  ogni giorno la speranza perché l’assenza di speranza è nemica della giustizia. È la speranza che fa andare avanti anche quando la verità viene distorta da chi ha il potere, che ci dà la forza e il coraggio di alzarci quando ci dicono di restare seduti, di parlare quando ci dicono di tacere.

L’esperienza che sto vivendo mi ha riportato ad “ascoltare” come facevo un tempo e mi sono reso conto che anche il silenzio e l’isolamento, pur essendo situazioni critiche, umanamente pesanti da sopportare, riservano segreti esistenziali che vengono rivelati, si manifestano i fili sottili ed invisibili che ci legano gli uni agli altri. L’odio del mondo ci colpisce e annienta la parte materiale ma se non abbandoniamo la speranza e i sacri principi del bene otteniamo una visione crudelmente reale dell’illusione che governa il mondo, che ci apre la via alla vera libertà, piena di autoconoscenza e autocoscienza  che comporta l’assunzione di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri: è questo che da il coraggio di fare la cosa giusta anche se può costarci la vita.

L’opposto della povertà non è la ricchezza; l’opposto della povertà è la giustizia. Il carattere del nostro Paese non si riflette in come trattiamo i ricchi, i privilegiati ma in come trattiamo i poveri, gli ignoranti, i deboli: tutti abbiamo bisogno di verità di giustizia e anche di pietà in senso nobile della parola, avere rispetto per la dignità dell’essere umano.

Se impedisci ad una persona di studiare, di votare, di curarsi, di avere un lavoro dignitoso, di avere gli stessi diritti e le stesse opportunità degli altri, lo condanni alla povertà: la (buona) legge è ricchezza, la (buona) legge è giustizia.

Sento spesso parlare di soldi ma la povertà non si combatte con i soldi, si combatte con la forza della legge che deve essere uguale per tutti.”

Per quanto riguarda la “democrazia” americana con una intervista è lo stesso Stevenson ad offrire l’opportunità di riflettere sul problema raziale che si è sviluppato nel nostro Paese contro gli immigrati.

“Non credo che siamo liberi in America. Penso che siamo oppressi dalla nostra storia di disuguaglianza razziale. Abbiamo una storia di orribili maltrattamenti di persone in base al colore. E penso che quella narrativa sulla differenza razziale che è stata coltivata per giustificare quel maltrattamento abbia creato una specie di smog, e lo abbiamo respirato tutti.

Se leggi il tredicesimo emendamento, non parla di narrazioni sulla differenza razziale. Non parla di ideologie di supremazia bianca. Si parla solo di servitù involontaria e lavori forzati.

E, per questo motivo, non credo che la schiavitù sia finita nel 1865. Penso che si sia solo evoluta. Abbiamo avuto decenni di terrorismo e violenza in cui i neri sono stati tirati fuori dalle loro case, bruciati vivi, impiccati, picchiati a morte, a volte letteralmente sul prato del tribunale, e non ne abbiamo mai parlato.

E poi abbiamo avuto quest'era di resistenza dei diritti civili alla segregazione razziale. E abbiamo fatto progressi, ma non abbiamo affrontato la narrazione della differenza razziale, a differenza del Sud Africa, dove è necessario conoscere i danni causati dall'apartheid, a differenza della Germania.

A Berlino, in Germania, non puoi fare 100 metri senza vedere segnali o pietre o monumenti posti vicino alle case delle famiglie ebree rapite durante l'Olocausto.

Ma, in questo paese, non si parla di schiavitù. Non parliamo di linciaggio. Non parliamo di segregazione. E il nostro silenzio ci ha condannato.

Quando sono andato alla Harvard Law School, il mio primo anno, non volevo che la gente sapesse che ho iniziato la mia educazione in una scuola di colore. Non volevo che sapessero che ero il pronipote di schiavi. Ho pensato che potesse sminuirmi.

E poi ho capito che il mio potere, se ne ho, la mia forza, se ne ho, la mia intuizione, se ne ho, è stato modellato da quelle persone che sono sopravvissute alla schiavitù. Ed è in quella storia di sopravvivenza che penso che abbiamo qualcosa di eccezionale che possiamo offrire, e non solo persone di colore, ma tutti noi che abbiamo imparato a superare”.

Lo Spirito ha bisogno di coscienze disposte ad accoglierlo affinché possa espandersi e agire concretamente nelle individualità umane e può farlo solo attraverso la libera scelta di tutti gli uomini e donne di buona volontà.