È in corrispondenza della crisi del 2008 che la forbice tra numero di nati vivi e numero di morti ha iniziato ad aprirsi per poi allargarsi a dismisura, tanto che nel 2017 la differenza ha raggiunto le 200mila persone... a vantaggio dei morti.

È uno dei tanti dati che mette in evidenza l'Istat con la pubblicazione del Bilancio demografico nazionale per il 2017.

In Italia, al 31 dicembre scorso, risiedono 60.483.973 persone, 105.472 in meno srispetto al 2016. Dei residenti, 5 milioni hanno cittadinanza straniera, l’8,5% dei residenti a livello nazionale, distribuiti per il 10,7% nel centro-nord e per il 4,2% nel meridione.

La presenza dei residenti stranieri ha in parte bilanciato il calo demografico. La flessione della popolazione di cittadinanza italiana è di 202.884 residenti in meno, mentre la popolazione straniera è aumentata di 97.412 unità.

Come accennato all'inizio, continua il calo delle nascite a partire dal 2008. È il terzo anno consecutivo che i nati sono meno di mezzo milione (458.151, -15mila sul 2016), di cui 68 ila stranieri (14,8% del totale), anch’essi però in diminuzione.

I decessi, invece, sono stati quasi 650mila, in aumento di circa 34mila rispetto al 2016, proseguendo il trend di crescita già iniziato negli anni precedenti e dovuto all’invecchiamento della popolazione.

Tra i residenti stranieri in Italia vi sono persone di circa 200 nazionalità diverse, per metà proveniente da Paesi europei (oltre 2,6 milioni), di cui il 30% facenti parte dell'Ue. La comunità più numerosa è quella rumena (23,1%), seguita da quella albanese (8,6%). Gli Stati africani sono rappresentati dal 21,3% degli stranieri residenti.

Le acquisizioni di cittadinanza registrano sono in calo rispetto al trend positivo degli anni precedenti: nel 2017 i nuovi italiani superano i 146mila.