L'ennesima presa in giro dei partiti sulla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario
Caso mai qualcuno avesse avuto dei dubbi sull'utilità della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, questi sono stati tolti dal regolamento che ne disciplinerà l'attività.
Oltre al fatto che le riunioni e la conseguente operatività di tale commissione saranno limitate in funzione del fatto che la legislatura è ormai al termine, oggi sono anche state rese note alcune delle modalità regolamentari che di tale commissione ordineranno i lavori.
Il regolamento, seppur ancora in bozza, prevede - nei 22 articoli messi a punto dal presidente Pier Ferdinando Casini e dai vicepresidenti Mauro Maria Marino (Pd) e Renato Brunetta (Fi) - che sarà l’Ufficio di presidenza a stabilire se classificare o meno come segreti gli atti e i documenti che arriveranno alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche.
L'ufficio di presidenza è composto dal presidente Pier Ferdinando Casini (Ap), i vicepresidenti Renato Brunetta (Fi) e Mauro Maria Marino (Pd), i segretari Tosato Paolo (Lega) e Karl Zeller (autonomie). E costoro, considerate precedenti dichiarazioni relative all'utilità della Commissione oltre alle strategie dovute alle alleanze politiche, non avranno certo alcun interesse a rendere pubblici gli atti di cui verranno in possesso.
Inoltre, sarà il presidente della Commissione che potrà valutare l’ammissibilità o meno delle domande rivolte ai testimoni ascoltati dalla stessa Commissione.
Immaginarsi Casini in questo compito, dopo le sue valutazioni espresse in passato in merito alla necessità di istituire una Commissione d'inchiesta sulle banche, è l'ennesima conferma che tutto quello che è stato messo in atto è un puro esercizio di messinscena teatrale per avere le spalle coperte da parte del PD e dei suoi alleati durante la propaganda elettorale relativa alle prossime elezioni politiche.