Il 15 settembre, l'Unicef annunciava in un proprio comunicato di aver potuto portare aiuti in alcuni  quartieri di Aleppo che da settimane erano irraggiungibili a causa dei continui combattimenti.

Questo era potuto avvenire grazie ad un cessate il fuoco promosso da USA e Russia. La tregua, nonostante che ad Aleppo si fossero registrate delle violazioni, aveva permesso alle organizzazioni umanitarie, oltre agli interventi, la possibilità di decidere di organizzare un convoglio umanitario per portare aiuti urgenti per i bisogni primari della popolazione sfollata: acqua, cibo, prodotti per l'igliene e la salute.

Si calcola che siano 35 mila gli sfollati nei quartieri occidentali di Aleppo, mentre sono 275.000 (e tra questi non meno di 100.000 bambini) gli abitanti rimasti intrappolati ad Aleppo est, la parte della città sotto controllo dei ribelli e da settimane sottoposta ai bombardamenti dell'esercito regolare siriano con il supporto dei russi. Aleppo est non è stata raggiunta da alcuna agenzia umanitaria negli ultimi due mesi e mezzo.

La tregua faticosamente raggiunta non esiste più. Tre giorni fa, il convoglio di aiuti umanitari che avrebbe dovuto raggiungere Aleppo è stato attaccato e distrutto, con il ferimento e l'uccisione di operatori umanitari.

I camion trasportavano aiuti per portare sollievo ai bisogni primari della gente di Aleppo: salute, nutrizione, istruzione, acqua, servizi igienico-sanitari. Tutto il materiale è andato distrutto o è stato gravemente danneggiato durante l'attacco. La zona in cui è avvenuto l'attacco al convoglio umanitario è sotto il controllo e la protezione aerea dell'aviazione siriana e russa.


Questa la dichiarazione del Direttore Generale dell'Unicef, Antony Lake, sull'attacco al convoglio umanitario con gli aiuti destinati ad Aleppo: «Noi vogliamo onorare il loro lavoro nel modo migliore andando avanti. L’UNICEF resta impegnato a portare aiuti ai più di sei milioni di bambini e alle loro famiglie che hanno un disperato bisogno di aiuto.

Chiediamo ancora una volta a tutte le parti in conflitto di rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale di proteggere i civili e le infrastrutture civili e per facilitare l'accesso duraturo, incondizionato e senza ostacoli alle persone che hanno un disperato bisogno - ovunque si trovino in Siria.»

La Russia e la Siria, nonostante le smentite, sono ritenute responsabili dell'episodio. Testimoni affermano che l'attacco sia stato portato da elicotteri e jet di fabbricazione russa ed è durato per ben due ore.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, nel suo discorso di apertura dell'annuale Assemblea Generale ha parlato di attacco deliberato della cui responsabilità, seppur indirettamente, è stato accusato il governo siriano di Bashar al Assad.

In seguito a questo attacco, le relazioni tra Usa e Russia sono ulteriormente peggiorate.