Il quotidiano Repubblica ha acquisito un nuovo prestigioso collaboratore, un economista di fama internazionale e dal curriculum eccezionale, il professor Jeffrey Sachs.
Pur essendo già stato al centro di polemiche per alcune dichiarazioni forti sul trattamento delle minoranze in Cina e sull’origine del Covid, Sachs rimane un nome di grido nel panorama accademico mondiale. Ma al suo primo intervento firmato per la stampa italiana, ha già creato una voragine nel fronte mediatico anti-russo, cioè praticamente nell’intero mainstream, di cui Repubblica è una nave ammiraglia.
In un articolo in cui parlava del futuro del Brasile, infatti, Sachs è riuscito a inserire affermazioni pesantissime contro la NATO e contro il blocco euroatlantico, secondo lui colpevoli di aver fatto danni terribili a Paesi terzi e di provocato la Russia fino a scatenare i conflitti in Georgia e in Ucraina.
Resta da capire che a Repubblica abbiano volontariamente lasciato che Sachs scrivesse che la narrazione ufficiale è composta da “dabbenaggini” ordinate da Washington, e in questo caso a che pro: gli editori Agnelli/Elkann hanno iniziato una manovra di riposizionamento rispetto alla linea americana? Oppure è stato solo un clamoroso scivolone del direttore Molinari, il quale ha approvato l’editoriale invece di rileggerlo due volte?