Il 21 novembre è scaduto anche l'ennesimo penultimatum sulla privatizzazione di Alitalia, naturalmente senza esito alcuno. A descrivere lo stallo che ha assunto la vicenda, il comunicato rilasciato mercoledì dalle Ferrovie, capofila della cordata di azionisti che avrebbe dovuto prendere il controllo della compagnia aerea:


Il Consiglio di Amministrazione di FS Italiane, riunitosi in data odierna, ha esaminato le posizioni espresse dai potenziali partner industriali in merito all’eventuale offerta relativa all’operazione Alitalia, in vista del termine del 21 novembre assegnato dai Commissari straordinari.Sono state esaminate le comunicazioni inviate nei giorni scorsi da Delta, che a seguito del lavoro congiunto condotto negli scorsi mesi ha confermato la disponibilità a partecipare all’equity della nuova compagnia, nonché la lettera trasmessa ieri da Lufthansa, con cui si sono tenuti incontri nelle ultime settimane.In proposito, pur prendendo atto degli elementi positivi contenuti in tali comunicazioni, si nota che Lufthansa ha prospettato la disponibilità ad un accordo commerciale, ma non ad un ingresso immediato nell’equity della nuova Alitalia.Inoltre, con il comunicato stampa emesso ieri, Atlantia ha reso noto che allo stato non si sono ancora realizzate le condizioni necessarie per l’adesione al progetto, ferma la disponibilità a proseguire il confronto per l’individuazione del partner industriale.Pertanto, il CdA di FS Italiane, confermando l’impegno e la disponibilità dell’azienda a proseguire le negoziazioni per il costituendo consorzio, per cui ad oggi non sono ancora maturate le condizioni necessarie, attende le valutazioni dei Commissari straordinari in merito alle iniziative da intraprendere.


Quindi, ad oggi, gli azionisti per mettere sul piatto i soldi per la privatizzazione di Alitalia ci sarebbero... quel che però manca è un piano industriale credibile che possa garantire alla compagnia aerea di tornare a fare utili. Quelli finora presentati, a diverso titolo e per ragioni diverse, non sono stati ritenuti credibili in relazione alla possibilità che l'azienda potesse comunque tornare a guadagnare, almeno nel medio periodo.

Così, siamo ad una situazione di stallo a cui il Governo dovrà dare una risposta, visto che i commissari dipendono dall'esecutivo e dalle sue decisioni dipendono le migliaia di dipendenti Alitalia.

Per i sindacati, che hanno proclamato uno sciopero del settore aereo per il 13 dicembre, "non sussistono al momento certezze, al di là delle dichiarazioni di intenti, circa il fatto che la vicenda Alitalia si possa concludere senza impatti sul fronte del lavoro, in termini di esuberi di lavoratori e lavoratrici e di paventati quanto insostenibili tagli al costo del lavoro sia per i dipendenti diretti della compagnia sia per quelli delle imprese dell'indotto".


Intervenendo ieri alla Camera sulle crisi aziendali in corso, il ministro dello Sviluppo Patuanelli ha così riassunto la posizione dell'esecutivo su Alitalia:

"Attendo domani, alla scadenza della ultima proroga che è stata autorizzata ai Commissari e concessa al costituendo Consorzio, di leggere ciò che il consorzio con Fs capofila scriverà ai Commissari. Anche in questo caso si sono susseguite dichiarazione in un senso e nell’altro. Come dicevo prima, bisognerebbe limitare le esternazioni per evitare di suscitare facili allarmismi o entusiasmi, specie in questo momento difficile per qual tavolo di crisi. Ritengo che ci siano delle condizioni che mi fanno essere parzialmente ottimista per ciò che succederà nelle prossime ore, ma ovviamente devo attendere che il Consorzio scriva ai Commissari, dopodiché i Commissari, che hanno informato il MiSE e me personalmente in tutta questa ultima fase del percorso, mi scriveranno. Attenderò le loro considerazioni conclusive e quindi le determinazioni che vi saranno di conseguenza".

In serata, questo giovedì, è previsto un Consiglio dei ministri. Probabilmente, maggiori indicazioni su cosa vorrà fare il governo con Alitalia arriveranno alla fine della riunione.