[ Prima parte ]
Seconda parte
Leggendo in dettaglio, vedo che, secondo YouTube, sono protetti da copyright quando 30 secondi, quando un minuto, massimo due, all'interno di movimenti che ne durano dieci o più di minuti. Sono elencati anche l'orchestra e il direttore di questi "scorci". Mi sono chiesto che senso avesse una cosa del genere.
Se esiste un copyright sarà almeno su tutto un movimento, non su poche decine di secondi. Non è che un'orchestra dopo cinque minuti si alza per farne entrare un'altra e torna dopo trenta secondi. Esilarante anche il fatto che i vari movimenti di una stessa composizione venissero attribuiti a esecutori diversi. Faccio presente che nessuna delle attribuzioni corrispondeva a quanto riportato dai siti, da cui avevo scaricato il materiale.
In ogni caso, accanto ad ogni brano era indicato il titolare del copyright o il suo rappresentante. Mi veniva fatto notare anche che questi presunti titolari avevano il diritto di monetizzare il mio video, cioè di metterci la pubblicità ed intascarne gli introiti.
La cosa non mi va giù. Cerco informazioni in proposito e, su una pagina dell'assistenza di Google, proprietaria di YouTube, trovo quanto segue:
"I video caricati su YouTube vengono esaminati e confrontati con un database di file che abbiamo ricevuto dai proprietari di contenuti. Spetta al titolare del copyright decidere cosa fare nel caso in cui i contenuti di un video di YouTube corrispondano a una delle sue opere. In tal caso, il video riceve una rivendicazione di Content ID".
Ulteriori indagini mi hanno rivelato che si tratta della tecnica dell'acoustic fingerprint, cioè della identificazione di un brano mediante una sorta di suo condensato digitale (se ne volete sapere di più, questa la pagina su Wikipedia). Tecnica interessante, ma nel mio caso non aveva dato gran prova di sé. Ma non si trattava di un'eccezione, pare che succeda quasi sempre così. Addirittura è capitato che YouTube abbia individuato brani protetti da copyright in alcuni video di passeggiate nei boschi, in cui si sentiva solo il cinguettìo degli uccellini.
A questo punto, cosa restava da fare al povero aspirante YouTuber? Aprire una cosiddetta controversia con questi presunti titolari, per far loro presente che i brani utilizzati non erano quelli indicati e che, comunque, si trattava di materiale di pubblico dominio. E qui ho un'altra bella sorpresa.
Quando c'è una controversia, ci sono due parti a confronto, che sostengono posizioni diverse, e c'è un terzo che decide chi ha ragione e chi ha torto. Evidentemente, YouTube ha deciso di risparmiare ed ha eliminato il terzo, pensando, forse, che si trattasse del terzo incomodo, e ha attribuito il potere di dirimere la disputa alla parte cui è stata assegnata, anche se erroneamente, la titolarità del copyright.
Sulle prime pensavo di aver capito male e invece no. Le cose stanno proprio così.
Fine della seconda parte. Continua...