(di Vincenzo Petrosino, Salerno)   Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Elena Fattori e ho sempre creduto che fosse una "vera grillina", forse una delle poche che merita di essere ascoltata e ce possa fare "luce" su ciò che è diventato Il Movimento 5 stelle.

Condivido e sono sulla stessa linea di Elena per quanto riguarda le perplessità sul vecchio M5s e  sulla piattaforma Rousseau. 

Trovo pertanto interessante riprendere alcuni passaggi dell'intervista da lei rilasciata a TPI, che è necessario sottolineare e su cui è necessario riflettere.

Indubbiamente, come ho già ripetuto in altri articoli, è sempre esistita una macchina del fango che, immancabilmente, finiva per gettare discredito sul malcapitato di turno perché non allineato alle direttive dei "vertici" del Movimento. Così colui che fino a qualche minuto prima era considerato un esempio, di botto diventava uno da condannare senza se e senza ma.  Un modo di agire difficile da capire...


Elena Fattori:
«Beh, chiunque potesse avere una leadership lui [Di Maio, ndr] lo ha eliminato. De Falco e Fico sono stato emarginati, persino zittiti. Ma nemmeno Di Battista, se ci pensa, ha trovato spazio. La figura di Luigi è stata costruita per anni ad hoc.  C’è una classe dirigente auto-nominata che decide un po’ tutto: sono circa 10 persone, volendo esagerare...»

Questo è il canovaccio principale, anche se per i non 5 stelle sembrerà una cosa strana. Anche sui territori, a livello locale, si è proceduto con una frequenza sempre maggiore ad eliminare tutti coloro che potevano emergere, oserei dire tutti coloro che erano più seguiti sui territori e anche "più capaci e titolati". Hanno eliminato, a mio giudizio, le "teste pensanti". Probabilmente gli eletti del 2013 sui territori si sono ben guardati da dare visibilità ad alcuni attivisti, che in fondo erano il vero motore del M5s.  Spesso erano coloro che scrivevano, che avevano buone idee e che si davano da fare sul territorio. Gradatamente, il concetto di uno vale uno è diventato ben altro.  Ecco perché alle scorse elezioni i vertici del Movimento hanno preferito, creando malcontenti enormi, presentare perfetti sconosciuti o persone esterne al Movimento.


Anche i rimborsi sono diventati un tema scottante
, tanto che sta facendo vacillare la credibilità del Movimento.

Elena Fattori:
«All’inizio tutto bene. Riduciamo gli stipendi e versiamo solo a micro-crediti, fondi pubblici, per restituire alla collettività.Con la scusa dei furbetti, cioè coloro che ritiravano all’ultimo secondo i bonifici effettuati, è stato creato un fondo intermedio.Il fatto è proprio questo: a chi è intestato il fondo intermedio? Per tentare di superare questa sfiducia, si arrivò persino a fare un comitato per le rendicontazioni…Un controsenso. Al momento i gestori sono Di Maio e i capi gruppo Patuanelli e D’Uva. Senza avere riscontro, controllano loro, dovremmo fidarci e basta, secondo loro. Ma non mi fido. Io infatti ho continuato a restituire i soldi alla protezione civile…Loro cosa hanno detto? Nulla, mi hanno lasciato fare. Il punto è che ora è possibile mantenere in cassa parte dei fondi restituiti, e quel residuo è interesse di chi gestisce il conto che vada a finire nel Movimento… Praticamente restituiamo fondi a un partito tramite associazioni private, e il fondo cassa finisce direttamente a Rousseau».


E allora dove sta il problema? Che Rousseau non è il M5S!

Elena Fattori:
«Se si fossero sciolte le camere ad aprile [in quel momento dichiararono di aver svuotato il fondo, ma non era vero (parliamo di 4 milioni di euro). A luglio versarono circa 700-800 mila euro in due fondi, sta di fatto però – e io lo so – che il 4 novembre c’erano in cassa 4.3 milioni di euro], quei milioni di euro sarebbero andati alla associazione Rousseau. Ci pensa? Io ho promesso in campagna elettorale che i soldi sarebbero tornati ai cittadini, a chiunque... ma non a Rousseau. Questo è sempre stato il senso del fondo restituzioni».


Ma Rousseau ormai è da considerarsi come se fosse in tutto e per tutto il Movimento 5 stelle!

Secondo Elena Fattori non è così:
«Beh, se dici alla gente "sono francescano, vado scalzo", ma poi ti arricchisci con Rousseau, la gente si arrabbia».

E anche per tali motivi, una grandissima parte degli attivisti storici, quelli che tra il 2012-13 portarono a Roma il Movimento 5stelle, è delusa, arrabbiata e si sente tradita. Questa cosa ha inciso e inciderà enormemente sulle percentuali elettorali.

Bisognava capire che qualcosa non stava funzionando, togliere dai territori alcune figure che in alcuni casi hanno preso possesso dei famosi meet up e non da soli o per meriti reali...

Sarebbe stato necessario fare un atto di umiltà, scusarsi con tanti che avevano subito qualche evidente torto. Purtroppo  tutto questo non è avvenuto. Si cerca di mettere delle "pezze" a numerose mancanze, ma ormai probabilmente i buchi sono troppi e le toppe non servono più.

Credo ancora che chi ha vissuto davvero il Movimento 5 stelle, chi oggi ha deciso di uscire fuori e parlare, debba essere ascoltato.  Bisogna far uscire fuori "i panni sporchi" anche se possono imbarazzare . Forse ancora non era il caso di mettere in campo i facilitatori... piuttosto sarebbe stato meglio eliminare proprio qualcuno che oggi fa il "facilitator"... sono sempre gli stessi come dice Elena e sono sempre nominati dal Capo.

Insomma si continua con la stessa gente a fare gli stessi errori.  Così diventa ovvio che il Movimento 5 stelle finisca per essere in caduta libera.