Covid-19, a Bergamo non ci sono più letti in terapia intensiva. Per il Cnr la stabilizzazione dei contagi potrà avvenire tra il 25 marzo e il 15 aprile
Il 17 marzo è arrivato a 31.506 il numero di contagiati da coronavirus, mentre sono 26.062 le persone in Italia tuttora positive.
I guariti sono 2.941.
In base al resoconto odierno della Protezione civile, i pazienti ricoverati con sintomi sono 12.894, di cui 2060 in terapia intensiva, mentre 11.108 si trovano in isolamento domiciliare.
I deceduti sono 2.503, anche se "il numero potrà essere confermato solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso".
Quasi 900 le persone in terapia intensiva in tutta la Lombardia, con Bergamo che, a causa dell'elevato numero di ricoverati, non sarebbe più in grado di riceverne, con gli 80 posti letto ormai tutti occupati. Nuovi malati che in quella provincia avranno bisogno di ventilazione ed ossigeno saranno trasferiti in altre zone.
Secondo la Federazione medici di medicina generale, a Bergamo sarebbero 100 i medici di famiglia contagiati da Covid-19, mentre oggi si registra il primo decesso di uno di loro, il 65enne Mario Giovita, che era stato ricoverato nei giorni scorsi. A Bergamo sono deceduti anche due dipendenti delle Poste. I sindacati di categoria hanno così chiesto la chiusura degli uffici postali in tutta Italia perché il servizio da loro offerto sarebbe stato definito non essenziale.
Questa la ripartizione dei dati per regione:
Martedì, l'Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr (Iac) ha diffuso un comunicato con l'esito di una ricerca condotta da Giovanni Sebastiani, in collaborazione con Marco Massa dell'Imperial College di Londra, dove è stato analizzato su base giornaliera l'evolversi della diffusione dell'epidemia di Covid-19 in Italia, utilizzando i dati forniti dalla Protezione Civile.
La strategia adottata - dice la nota - prevede lo studio del fenomeno di diffusione del contagio attraverso modelli e metodi matematici e statistici di diverso tipo.Il primo approccio utilizza modelli parametrici e, in particolare, quello geometrico e quello logistico, che caratterizzano tipicamente l'evoluzione delle epidemie. In alternativa, è stato considerato un modello matematico a “compartimenti”, usualmente utilizzato in epidemiologia. Alle tradizionali categorie, i “suscettibili” di essere infettati, gli infetti, i guariti e i deceduti, si affiancano ora i "portatori sani", non rilevabili dai dati, ma ben presenti sul territorio. Per questi due approcci, i dati aggregati a livello di provincia a disposizione sono sufficienti per stimare i parametri dei modelli ed effettuare previsioni sulle principali caratteristiche del fenomeno di diffusione dell'epidemia, ad esempio la durata, la percentuale di infetti e di morti.I principali risultati ottenuti analizzando i dati fino al 16 marzo hanno permesso di rilevare negli ultimi giorni una seppur modesta diminuzione del tasso di crescita della frazione di contagiati osservati in Lombardia. A livello di provincia, questo accade per cinque delle sei più colpite: Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano, mentre per Pavia non c'è sinora evidenza di una diminuzione del tasso. Tra 6 o 7 giorni ci aspettiamo di vedere una significativa riduzione del tasso di crescita, dovuto alle misure di limitazione della mobilità contenute nel decreto "Io resto a casa" dell'11 marzo.Stesse considerazioni possono essere fatte a partire dai risultati delle regioni del centro Italia non confinanti con la Lombardia: Toscana, Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo. Per le regioni del Sud, escluse Basilicata e Molise, dove i numeri sono ancora ridotti, si osserva un aumento del tasso di crescita, avvenuto dopo una precedente diminuzione. Tale aumento è purtroppo avvenuto 3-4 giorni dopo l'esodo dal Nord al Sud dell'8 marzo, giorno dell'approvazione del decreto che istituiva la zona rossa in Lombardia. Probabilmente, gli effetti dell'esodo hanno influito negativamente sul contagio.Infine, analizzando i dati disponibili finora secondo il primo approccio, si stima che la stabilizzazione della frazione dei contagiati si avrà in un intervallo compreso tra il 25 marzo e il 15 aprile. Queste stime – va evidenziato - sono soggette a grande incertezza a causa di vari fattori in gioco e vanno ricalibrate di continuo a seconda dei dati disponibili e dei cambiamenti nei comportamenti individuali a seguito dei decreti governativi.
A questo punto, è logico pensare che la quarantena in Italia sarà prolungata oltre la scadenza del 3 aprile.