«Oggi il nostro Alfonso Bonafede porta in Consiglio dei ministri una riforma epocale sulla giustizia. Una riforma che sanziona i magistrati che perdono tempo e che riduce drasticamente i tempi dei processi civili e penali rilanciando investimenti e crescita. Basta indagati a vita, chi sbaglia paga e subito. Basta aspettare anni prima di essere risarciti. Basta con le spartizioni di potere al CSM. Mi auguro nessuno pensi di bloccarla, sarebbe un grave danno al Paese».

Quello sopra riportato è quanto aveva dichiarato in mattinata il vicepremier 5 Stelle Luigi Di Maio. Del tutto opposto, invece, il parere dell'altro vicepremier, quello leghista, Matteo Salvini che, nella solita diretta Facebook aveva invece dichiarato:

«La riforma della Giustizia del ministro Alfondo Bonafede, che ci mette anche buona volontà, è acqua... non c'è veramente uno scatto in avanti, la differenza che gli italiani si aspettano... non c'è.C'è un progetto della Lega che prevede la metà dei tempi dei processi, mentre la riforma Bonafede non prevede interventi incisivi: non si parla di separazione delle carriere, di assunzioni dei magistrati, di criteri, di concorsi, di promozioni, non si interviene sulle attenuanti generiche e sulla sospensione della pena, non si tocca il tema delle intercettazioni, si lascia totale discrezionalità alle Procure su cosa indagare o non indagare, non si riforma il Csm, non si inserisce la figura del manager, la produttività, l'efficienza, la velocità...Processi più veloci significa mandare i colpevoli prima in galera e liberare gli innocenti. Ci sono processi che durano anche 25 anni niente sull'abuso di ufficio e presunti reati che finiscono in nulla.Non c'è niente sulla castrazione chimica... o si fa riforma vera, coraggiosa, imponente, storica, decisiva della giustizia oppure...Noi come Lega, con il ministro Buongiorno, abbiamo messo migliaia di assunzioni. Servono uomini mezzi, informatizzazione, apertura di tribunali inopinatamente chiusi. Questa è riforma della giustizia, dove chi sbaglia paga».


Viste le premesse, il presidente del Consiglio Conte aveva convocato i due vicepremier prima che iniziasse il Consiglio dei Ministri odierno, dove al centro della discussione vi era appunto la riforma della Giustizia.

Qual è stato i risultato? Che la riunione del Consiglio dei Ministri è stata sospesa.

Il no della Lega al testo grillino fa da contraltare al no dei grillini al Tav, a quello sulla legge per le Autonomie regionali e al nì sul decreto sicurezza bis che, visto come vanno le cose tra i due partiti della maggioranza, al Senato potrebbe diventare un no convinto.

Inutile ripeterlo, ma questa è la situazione allo stato dei fatti: Lega e 5 Stelle sono coerentemente divisi su tutto, pronti a mandarsi pubblicamente a quel paese, come quasi certamente fanno da tempo in privato.

Che cosa li trattiene? Chi gestisce - su fronti diversi - la loro estenuante propaganda, che ha stabilito che è possibile andare al voto (anche se per i 5 Stelle sarà un suicidio), purché ci sia una prova chiara da rivendere agli elettori che indichi come responsabile della decisione il partito avversario.

È vero. I 5 Stelle, e Di Maio in testa, hanno fatto e detto di tutto per evitare le elezioni, ma dalle ultime dichiarazioni sembra si siano arresi all'evidenza, soprattutto in considerazione del fatto che andando alle elezioni adesso non potranno perdere più consensi rispetto a quanto accaduto finora, interpretando la parte dei servi sciocchi di Salvini e della Lega.