"A livello internazionale prosegue la fase di decelerazione degli scambi mondiali e di rallentamento dell'attività economica nell'area euro.
In Italia il settore manifatturiero ha evidenziato lievi miglioramenti mentre le famiglie hanno incrementato i loro risparmi.
I prezzi al consumo sono tornati ad aumentare dopo 7 mesi. L’indicatore anticipatore dell’economia suggerisce per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dei livelli di attività."
Con queste parole l'Istat introduce la sua nota mensile sull'andamento dell'economia italiana a settembre 2016.
Nel mondo, gli scambi commerciali sono in diminuzione e l'attività economica nell'area euro è in rallentamento. Questo è ciò che afferma l'Istat. Però, forse grazie ai miracolosi intrventi del Governo Renzi, "in Italia il settore manifatturiero ha evidenziato lievi miglioramenti mentre le famiglie hanno incrementato i loro risparmi. I prezzi al consumo sono tornati ad aumentare dopo 7 mesi."
Nel leggere il resoconto Istat di settembre 2016, sembra di scorgere la necessità di cercare di fornire l'immagine di un paese, l'Italia, dove se tutto non va bene la situazione non è poi così male.
Per il quadro internazionale vengono fornite le previsioni della sola economia USA che vengono lette in modo positivo, non proprio coincidenti con quelle del FMI che, per quest'anno, prevede un Pil in calo per gli Stati Uniti.
"Nell’area euro la crescita economica rallenta. Nel secondo trimestre la produzione industriale ha mostrato una contrazione (-0,3%) protrattasi anche a luglio (-1,1% su base congiunturale). [...] Comunque, gli indicatori anticipatori del ciclo economico segnalano un miglioramento delle prospettive. A settembre, dopo tre mesi di rallentamento, l’Economic sentiment indicator è aumentato supportato dall’andamento favorevole del clima di fiducia nell’industria, nei servizi e nel settore delle costruzioni; la fiducia dei consumatori si è rafforzata, alimentata dai giudizi positivi sulla situazione economica futura."
Quindi nell'area euro le cose non vanno bene, ma ci sono speranze e prospettive di un miglioramento futuro.
Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto Istat inizia dicendo che "nel secondo trimestre del 2016, la revisione dei Conti Nazionali ha confermato la variazione nulla del Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, rispetto al trimestre precedente", dimenticandosi però di ricordare quale sia questo dato.
Per quanto riguarda l'andamento delle imprese e del mercato del lavoro, si sottolinea un certo ottimismo di fondo con un diffuso miglioramento sul clima di fiducia ed un mercato del lavoro dove gli occupati sono in lieve aumento, la disoccupazione stabile ed un incremento delle persone che cercano lavoro. Persino i prezzi sembrano adeguarsi al clima di benessere renziano, dando segnali di miglioramento.
Per ultimo, ci sono due considerazioni che sembrano cozzare con il quadro che l'Istat si è sforzato di disegnare. Una è il "il clima di fiducia dei consumatori" che "ha segnato un’ulteriore diminuzione trainata dal peggioramento del clima personale e di quello corrente a cui si è associato il miglioramento del clima economico e, in misura più contenuta, di quello futuro."
L'altra considerazione è fornita dalle prospettive a breve termine. "I dati più recenti sull’economia italiana delineano uno scenario di persistente debolezza dei livelli di attività economica [...] con l’indicatore composito anticipatore, aggiornato tenendo conto delle informazioni più recenti, che segna nell’ultimo mese l’ottava variazione negativa consecutiva."
Quindi, da questi dati, ognuno tragga le conseguenze che più preferisce.