Il 22 settembre 2023, Visarion Alexa, un prete molto noto e amato in Romania, è stato condannato per abuso sessuale su una fedele. Alexa, che ha 43 anni e tre figli, è molto conosciuto per la sua presenza nei media e sui social network, dove spesso presentava le posizioni della Chiesa ortodossa rumena (che rappresenta l'85% dei 20 milioni di abitanti di quella nazione) su vari argomenti, come ad esempio in passato riguardo la vaccinazione contro il Covid.

La notizia ha scosso la comunità ecclesiastica, con molte figure di spicco che hanno inizialmente respinto le accuse come infondate. Tuttavia, dopo l'aggressione resa pubblica da un'altra sua vittima, altre cinque donne hanno denunciato di aver subito abusi. Di fronte a prove schiaccianti, Alexa è stato condannato e l'arcidiocesi di Bucarest ha avviato nei suoi confronti un processo canonico.

Poco prima di Natale un altro scandalo, stavolta per corruzione, ha sconvolto la Chiesa romena. Petrica Leascu, prete condannato due anni fa per tale reato, ha rivelato l'esistenza di un sistema che coinvolge molti altri prelati, motivandolo con il fatto che il finanziamento statale alla Chiesa, gestito dal Segretariato statale del culto Ciprian Olinici, consigliere del patriarca Daniel, non sia soggetto a controlli se non quelli ecclesiastici.

Leascu, che è ancora prete nonostante la condanna, ha filmato un incontro con il vescovo Teodosio di Tomis, membro del Santo Sinodo, in cui gli ha proposto un finanziamento di 160.000 euro attraverso il Segretariato statale, inclusa una “mazzetta” del 20%. Il vescovo ha accettato e lo ha indirizzato a un funzionario per stabilire i dettagli.

Leascu ha poi svelato un sistema corruttivo anche nei partiti, proponendo ad alcuni politici di avallare interventi su degli edifici religiosi. I politici accettano in cambio però di una generosa donazione.

Leascu ha anche proposto al suo superiore ecclesiastico di sostenerlo nella richiesta di stipendio, essendone sprovvisto a seguito della condanna, offrendo una tangente di 20.000 euro per il vescovo e di 5.000 per l'arciprete.

Dopo la pubblicazione dell'inchiesta, la direzione nazionale anti-corruzione ha aperto un'inchiesta. La Cancelleria del Sinodo ha pubblicato una dichiarazione in cui si condanna la simonia e si ripropone la guida per le nomine e i trasferimenti degli ecclesiastici del 2011.

"La simonia è un atto per cui in cambio di soldi o valori (per amicizia, nepotismo, influenze politiche o di altra natura) si ottiene, l'ordinazione, una sede diocesana, una parrocchia, un diploma o una promozione accademica (pre-universitaria, universitaria e post-universitaria).L'atto simoniaco riguarda sia chi pretende la tangente sia chi la propone. Le censure previste per il prete sono l'interdizione della celebrazione e la riduzione allo stato laicale, per un laico si prevede l'impossibilità di esercitare qualsiasi funzione ecclesiale, per un monaco l'esclusione dal monastero e il divieto di usare il vestito monastico.Gli atti e i tentativi di corruzione – secondo la Cancelleria – sono ingiustificabili ed espressamente sanzionati dai canoni".



Fonte: settimananews.it