Il sequestro preventivo di beni del valore approssimativo di 350mila euro da parte della GdF nei confronti del presidente uscente della regione Sardegna Christian Solinas, accusato di corruzione, arriva in un momento politicamente inopportuno. Solinas, infatti, è al centro di una querelle nel centrodestra per le prossime regionali della Sardegna.

Il presidente uscente è il candidato in quota Lega che Salvini vuole riproporre per un ulteriore mandato, mentre Meloni ha scelto Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, come suo sostituto. Pertanto, se le cose dovessero rimanere così il centrodestra non avrebbe un candidato unitario.

La notizia del sequestro dei beni, arrivata ieri a seguito di un'indagine in corso da mesi, potrebbe pertanto sbrogliare politicamente la questione della candidatura alle regionali in Sardegna per il centrodestra, pur rischiando di minare i rapporti tra Lega e FdI all'interno della maggioranza.

Inoltre, al Tg1 delle 20 di ieri, Solinas non ha mancato di sottolineare il "tempismo" sospetto della svolta dell'indagine: rimarcando che il sequestro è stato fatto "a quattro giorni dalla presentazione delle liste e mentre si decide il candidato presidente unitario del centrodestra", oltre a denunciarne le modalità: "Essendo in fase di indagine, stiamo parlando di atti che dovrebbero essere coperti da segreto istruttorio".

L'unica differenza rispetto al passato è che stavolta la magistratura non è stata accusata di appartenere alla sinistra!

Anche il vice di Salvini, Andrea Crippa sembra confermare che la linea del partito rimarrà ferma sulla candidatura di Solinas e che gli sviluppi dell'inchiesta non cambieranno le carte in tavola e se l'attuale governatore si ritirerà, non dipenderà dalle indagini e dai pm.

Il Partito sardo d'Azione, finora alleato della Lega, è in standby: ha confermato il nome di Solinas nel logo depositato giorni fa, ma si è dato tempo fino a venerdì per risolvere la riserva. 

In ogni caso, i giochi si concluderanno lunedì quando scadrà il termine per presentare le liste e per gli apparentamenti.

Dal punto di vista legale, nel primo filone dell'inchiesta, insieme a Solinas risultano indagati l'imprenditore Roberto Zedda e il consigliere regionale Nanni Lancioni. In particolare, sotto la lente degli investigatori c'è la compravendita, da parte di Zedda, di una proprietà di Solinas a Capoterra e l'acquisto successivo di una casa da parte del presidente della Regione vicino al Poetto di Cagliari.