Doveva scattare alle 14 di oggi la protesta di coloro che si oppongono all'utilizzo obbligatorio del Green Pass per accedere ai mezzi pubblici, in vigore da quest'oggi. Secondo alcune fonti stampa, dovevano essere oltre 50 le stazioni ferroviarie dove i novax e i no green pass avevano promesso di far sentire la loro voce contro la decisione del Governo.

Ma alle 14 di manifestanti non se ne sono visti, forse anche dopo le dichiarazioni della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ieri aveva detto che non sarebbero state tollerate illegalità in occasione delle iniziative di protesta. 

Tra l'altro, la Lamorgese oggi ha presieduto una riunione sugli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti che si sono registrate nei giorni scorsi in relazione al lavoro da loro svolto per informare sui provvedimenti del Governo per contenere la pandemia.

Tra il Viminale e i rappresentanti dei giornalisti è stata condivisa l'esigenza di definire nuovi strumenti per individuare specifiche misure finalizzate a rafforzare la tutela dagli attacchi mossi sulla rete non solo nei confronti dei giornalisti, ma di tutte le categorie più esposte a episodi di odio "in questa delicata fase storica caratterizzata dalla pandemia".

A seguito delle minacce delle scorse ore nelle principali stazioni ferroviarie e nei principali aeroporti, il Viminale aveva predisposto un rafforzamento dei servizi di vigilanza, in particolar modo negli scali della capitale.

Così, mentre le forze dell'ordine erano presenti in abbondanza, insieme ai giornalisti che speravano di documentare scontri e violenze, a mancare sono stati proprio i manifestanti novax o no green pass, che si sono limitati a fari sentire solo in rete su alcuni gruppi dove hanno riversato la loro frustrazione per il flop odierno.

Un flop che ha riguardato non solo la capitale, ma anche tutte le altre principali città italiane.