Politica

Fratelli d'Italia: siamo governati da un algoritmo

Di seguito, l'intervento dell'onorevole Wanda Ferro - eletta in Calabria, membro della commissione difesa e segretario della commissione Antimafia - in replica all’informativa del ministro Speranza sui dati e sui criteri seguiti per la collocazione delle regioni italiane nelle aree rossa, arancione e gialla, previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020".

tratto da facebook FRATELLI D'ITALIA CAMERA

Signor Ministro, noi di Fratelli d'Italia avevamo il timore che il Governo della nazione fosse stato delegato ad un comitato di consulenti, di esperti di varia natura, con potere di vita e di morte sulle libertà dei cittadini e sul destino delle attività economiche. Oggi, invece, dopo averla ascoltata, continuiamo a fare ulteriori scoperte e sappiamo di essere governati da un algoritmo.Una politica che non vuole assumersi responsabilità e che non vuole dover render conto ai cittadini delle proprie decisioni, e affida la sorte di interi territori ad un foglio di calcolo, aggiunge e toglie numeri fino ad ottenere il risultato desiderato, per poi dare la colpa ai numeri. Comprimete le libertà fondamentali dei cittadini, la libertà di movimento, la libertà di impresa, applicando un algoritmo su numeri imprecisi, vecchi di settimane, senza alcuna trasparenza e su reale fondamento scientifico di queste previsioni, soprattutto senza pensare ad alcuna soluzione alternativa alle chiusure. Tante proposte fatte da Fratelli d'Italia non tenute in considerazione, proposte che, in qualche modo, oggi, ci chiede, come Governo, nel dire “vogliamoci bene”. No, le proposte erano in campo ed erano proposte alternative. Forse avete giocato con i pennarelli, un po' come con gli alunni con i banchi a rotelle. Avete dimostrato, per quanto ci riguarda, di essere cinici, superficiali e spesso inadeguati. Non avete idea dei problemi reali del Paese, siete rimasti nello sfarzo di Villa Pamphilj e lontani anni luce dalle necessità della gente. Ci sono regioni che sul tavolo del vostro risiko sono finite sotto attacco e altre che forse sono state premiate per non aver fornito neanche i dati; avete penalizzato, invece, chi, come il Piemonte, per esempio, i dati li ha forniti per tempo. Le zone rosse? Le zone rosse sono tutte le regioni governate dal centrodestra, il Piemonte, la Lombardia, la Calabria, in cui la diffusione del contagio è assolutamente marginale, e la Sicilia che è zona arancione. Questo algoritmo ha la precisione di un cecchino: i vostri governatori sono stati infatti miracolosamente risparmiati; gli esempi come Lazio e Campania sono la dimostrazione plateale della vostra volontà di adattare i numeri alla politica. La Toscana, nella relazione del 4 novembre, è ad alto rischio, ma non l'abbiamo ritrovata, ovviamente, nelle regioni rosse. Con spietato cinismo state tentando di scaricare sulle regioni le responsabilità del dramma del COVID, ad esempio, in Calabria. State così tentando di indirizzare la protesta - è avvenuto questo anche in Piemonte e in Lombardia - verso i governi regionali, ma soprattutto verso quei governi regionali in carica da solo otto mesi. Calabria commissariata, come ha detto un collega, da decenni e in cui voi avete assunto da un anno e mezzo la completa gestione del “decreto Calabria”, che avete avuto, perdonatemi, anche la faccia tosta di prorogare con ampi poteri, poteri da vero regime. Avete gestito voi la sanità in Calabria attraverso i commissari a tutti i livelli. Avete prodotto il peggioramento anche dei LEA e avete lasciato il sistema sanitario del tutto impreparato ad affrontare una nuova ondata di contagio. Deficit che certamente, anche dal punto di vista infrastrutturale, ha visto i commissari non poter e non saper attuare oltre il 5 per cento del piano di riordino ospedaliero. A marzo avete deciso il lockdown totale per tutta Italia. In Calabria non c'era neppure l'ombra del COVID: sarebbe bastato chiudere i confini regionali per mettere al riparo la regione dalla diffusione dell'epidemia, eppure non avete esitato a mettere in ginocchio, senza motivo, l'economia di una regione di per sé fragile. Avete messo a rischio la tenuta del sistema sanitario regionale quando avete favorito l'esodo in una sola notte di tanti cittadini meridionali verso le terre del Sud. E abbiamo dimenticato il caso della Sardegna, che prima dell'estate aveva chiesto che potesse entrare in quella regione chi aveva un esito negativo al COVID-19; ma neanche quello è stato preso in considerazione. Mancò poco, tempo fa - parlo di tante regioni del Sud -, che mandaste i carri armati in Calabria, per esempio quando la governatrice Santelli autorizzò le famose consumazioni all'aperto, quasi fosse un provvedimento capace di sovvertire l'ordine democratico. Oggi dichiarate zone rosse tante regioni, ma non capiamo come i parametri siano stati presi in considerazione. Voglio, per esempio, citarne qualcuno: quello dei duecento ammalati in Calabria, che voi avete tenuto presente, mentre in altre aree, in altre regioni, questo parametro è molto più alto, dieci volte tanto. Nelle ultime settimane la regione ha tenuto sotto controllo la curva epidemiologica: attualmente i posti nelle area medica occupati sono il 16 per cento, quelli di terapia intensiva raggiungono il 6. La soglia per far diventare area rossa dovrebbe aggirarsi al 30. Non riusciamo a comprendere le motivazioni per le quali avete fatto questa ordinanza. Avete dimenticato quelle regioni che rispetto a questi criteri, che cambiano di volta in volta, avrebbero avuto maggiori necessità. Anziché dichiarare le vostre responsabilità, i vostri ritardi, le vostre inefficienze, date la responsabilità ad un algoritmo; ritardi che sono il risultato di un commissariamento che ha prodotto, credeteci, soltanto disastri. Già a marzo avevamo proposto la costruzione di un ospedale COVID, avevamo proposto di utilizzare uno stabile dell'ex Policlinico universitario, d'accordo, tra la struttura universitaria e gli hub ospedalieri, in modo da dare maggiori certezze agli ammalati, ma, ovviamente, i commissari si sono opposti. Oggi mancano le degenze, mancano i posti, mancano le terapie intensive, manca il personale sanitario, ma siete voi ad aver tagliato il personale, ridotto gli investimenti, pubblicato solo ad ottobre il bando per le terapie intensive. La sanità è stata distrutta anno dopo anno, ma, negli ultimi tempi, credo che abbiate raggiunto il massimo livello. Oggi fate pagare ai tanti cittadini calabresi e non il prezzo della vostra incapacità.Il 13 settembre scorso - voglio ricordarlo a testimonianza -, Jole Santelli scrisse al Presidente Conte, evidenziando la difficile situazione del piano sull'emergenza COVID, predisposto dai commissari e varato dal suo Ministero senza alcun coinvolgimento della regione. Lo stesso commissario Arcuri - è calabrese anche lui - ha specificato che, nelle regioni in cui è presente il commissariamento ad acta, la regione non è un soggetto attuatore: il Governo si è assunto tutta la responsabilità della gestione sanitaria del COVID in Calabria, come in altre regioni, mentre la stessa regione e le altre regioni sono, spesso, esautorate. Questa è la verità. Oggi decidete di mortificare il personale sanitario, i medici, in Calabria, come in tutti gli altri territori, che hanno curato pazienti, spesso, arrivati anche da altre regioni. Oggi, nella terapia intensiva si stanno salvando vite, anche rispetto a pazienti che vengono ospitati. Concludo, nel dire che vi siete limitati, anche in questo caso, non soltanto a decidere quello che poteva essere sacrificabile in termini di attività economiche, ma in termini di intere regioni che producono e che vogliono lavorare. Voi cosa fate? Prendete una tabella, due settimane fa, chiudete tutti a casa, senza decidere in che modo e come farlo. Soffocate l'economia, approfittate ancora una volta, purtroppo, della pazienza dei tanti cittadini che hanno protestato in modo silente e, forse, avete fatto vincere le piazze violente - questo, certamente, credo sia un dato che rimarrà alla storia - e, soprattutto, salvate le regioni di centrosinistra e tentate di colorare di rosso quelle che non lo sono. L'unica area rossa che dovreste istituire, per quanto ci riguarda, è la vergogna sui vostri volti.

Autore culturaitalica
Categoria Politica
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