«Era la prima partita importante – ha detto Mancini dopo il fischio finale dell'arbitro Zwayer – mi aspettavo una gara complicata e qualche errore ci può stare, ma nel complesso i ragazzi hanno fatto bene.

Nel primo tempo abbiamo commesso qualche errore tecnico di troppo e non dobbiamo farlo, poi nella ripresa i ragazzi sono stati bravissimi, abbiamo giocato benissimo contro una squadra che era più collaudata di noi.»


Il commento del CT della nazionale, dopo la prima partita ufficiale disputata dalla sua squadra contro la Polonia per il torneo "Nations League", è da ritenere più un incoraggiamento che una lucida analisi della partita.

La Polonia non è una squadra di sprovveduti, tutt'altro. Sono giocatori di ottimo livello, che giocano in campionati importanti, tra cui spiccano talenti come Lewandowski e Zielinski.

Quindi, il risultato di 1-1, in fondo, non è così da buttare. Il problema però è come tale risultato è maturato. Dopo un primo tempo assente nonostante il gol subito, nel secondo l'Italia è riuscita a dimostrare ai tifosi davanti allo schermo e agli oltre 24mila presenti al Dall'Ara che, nonostante il gioco latitasse, almeno l'impegno veniva messo.

Ma solo dopo che nell'ultima parte dell'incontro, quando in campo sono entrati Belotti e Chiesa, qualcosa in campo si è cominciato a vederlo. Così, dopo il gol segnato da Zielinski che al 40' batteva Donnarumma su un ottimo suggerimento di Lewandowski, è arrivato il pareggio dell'Italia su calcio di rigore trasformato da Jorginho.

Chiesa chiede un triangolo a Belotti, supera in velocità Blaszczykowski, che entra da dietro prendendo prima il pallone e poi la gamba dell'esterno viola. Il fallo è di poco dentro l'area e l'arbitro assegna il tiro dal dischetto. Prima della fine della partita, l'Italia prova anche a passare in vantaggio, ma senza produrre occasioni eclatanti.

Il nuovo appuntamento per gli azzurri è per lunedì, in Portogallo, contro i campioni d’Europa in carica.

Roberto Mancini, a parte qualche perplessità su alcune scelte relative agli uomini mandati in campo, non ha grandi colpe perché non ha a disposizione un numero infinito di calciatori tra cui scegliere, come ha lui stesso ricordato lamentandosi che in Italia si dia poco spazio ai nostri giovani.

Ed effettivamente questo è il problema maggiore: la qualità non eccelsa della nostra nazionale. Un problema che, soprattutto, riguarda il centrocampo. Difesa, seppur non formata di soli giovanotti, e attacco offrono al CT soluzioni più che accettabili per creare un'ottima squadra. Il problema, però, è la qualità a centrocampo. L'unico giocatore di caratura internazionale presente nel reparto è Jorginho, brasiliano naturalizzato. Il resto è formato da calciatori che forse solo in avvenire potranno anche esplodere, ma che oggi sembrano poco più che pesci fuor d'acqua... Gagliardini e Pellegrini devono ancora fare tantissima strada per poter essere veri giocatori da nazionale.

È finché Mancini non riuscirà a trovare degli interpreti che riescano a formare un centrocampo appena passabile, è chiaro che non potremo attenderci molto da questa "nuova" Italia.