Il Consiglio europeo del 29 e 30 giugno aveva tra i temi in agenda Ucraina, sicurezza e difesa e patto sulla migrazione e l'asilo.

Per quanto riguarda i primi due temi, i leader dell'UE hanno ribadito la loro ferma condanna della guerra della Russia e la loro ferma solidarietà nei confronti dell'Ucraina e del suo popolo. Finora l'UE e i suoi Stati membri hanno fornito all'Ucraina oltre 77 miliardi di euro e continueranno a sostenere l'economia, la società, le forze armate e la futura ricostruzione del paese, fornendo inoltre un'assistenza finanziaria flessibile per rafforzare il sostegno agli sfollati in Ucraina e nell'UE.

Confermato anche il sostegno militare a Kiev per tutto il tempo necessario, facendo il punto sui progressi compiuti nella consegna e acquisizione congiunta di munizioni.

Nella riunione, è stata sottolineato l'importanza di proseguire gli sforzi per contribuire a soddisfare le pressanti esigenze militari e di difesa di que Paese, tenendo conto nel contempo delle politiche di sicurezza e di difesa degli Stati membri. L'UE e i suoi Stati membri sono pronti a contribuire a futuri impegni in materia di sicurezza per garantire la stabilità a lungo termine in Ucraina.

Se per i primi due temi le dichiarazioni di Michel sono state entusiastiche, meno lo sono state in relazione al piano presentato dalla Commissione su come in futuro i Paesi membri dovrebbero gestire il "problema" migranti.

"Il Presidente  - riporta una nota - ha preso atto che il Consiglio europeo esprime il suo profondo dolore per la terribile perdita di vite umane causata dalla recente tragedia nel Mediterraneo. Ha osservato che l'Unione europea rimane impegnata a rompere il modello di business dei trafficanti e delle reti di trafficanti, compresa la strumentalizzazione, e ad affrontare le cause profonde della migrazione irregolare in modo da affrontare meglio i flussi di migranti ed evitare che le persone intraprendano viaggi così pericolosi.La migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea. La situazione migratoria alle frontiere esterne dell'UE e all'interno dell'UE è stata riesaminata in modo globale ed è stato preso atto del lavoro svolto finora nel quadro di una risposta europea. La presidenza del Consiglio e la Commissione hanno informato il Consiglio europeo in merito ai costanti progressi compiuti nell'attuazione delle sue conclusioni del 9 febbraio 2023, con particolare attenzione agli aspetti esterni della migrazione e ai relativi meccanismi di finanziamento. A seguito della recente lettera della Commissione, e sulla base dei progressi compiuti finora, si intensificheranno i lavori su tutti i filoni d'azione, lungo tutte le rotte migratorie, in linea con il diritto internazionale. Il Consiglio e la Commissione continueranno a monitorare attentamente ea garantire l'attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo e riferiranno di conseguenza.Il Consiglio europeo terrà sotto controllo questo lavoro.È stato osservato che la Polonia e l'Ungheria hanno dichiarato che, nel contesto dei lavori in corso sul patto sulla migrazione e l'asilo, in linea con le precedenti conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2016, giugno 2018 e giugno 2019, è necessario trovare consenso su un'efficace politica in materia di migrazione e asilo, che, nel contesto delle misure di solidarietà, la ricollocazione e il reinsediamento dovrebbero essere su base volontaria e che tutte le forme di solidarietà dovrebbero essere considerate ugualmente valide e non fungere da potenziale fattore di attrazione per la migrazione irregolare".

In sostanza, l'accordo sul patto migranti è saltato perché i sovranisti polacchi e ungheresi, tanto cari a Giorgia Meloni, si sono decisamente rifiutati di approvarlo.

Naturalmente, la premier italiana ha comunque fatto festa.

Primo perché i suoi colleghi hanno applaudito al "presunto" accordo con la Tunisia, che nelle intenzioni di Italia e Ue dovrebbe fare più o meno quello che il Ruanda aveva accettato di fare per la Gran Bretagna (piano da ieri bocciato dalla Corte d'Appello di quella nazione). Ma che la Tunisia abbia accettato la proposta di Ue e Italia è ancora da dimostrare.
 
La Meloni ha poi detto di esser soddisfatta di come è andata la discussione sui migranti mettendo sul piatto la "supercazzola" che adesso l'Ue valuta, del problema migratorio, la dimensione esterna e non interna. Si è dimenticata di aggiungere la faccenda dello scappellamento, ma non di commentare il niet di Ungheria e Polonia, dicendosi non insoddisfatta perché "non sono mai insoddisfatta da chi difende i propri confini nazionali".

Per commentare un'affermazione simile è necessario rivolgersi alla "neuro", visto che la Meloni sconfessa l'impegno che invece chiede agli altri 24 Paesi membri!

Tra le dichiarazioni rilasciate da Meloni a fine vertice, anche quella sulla terza rata del Pnrr: "Continuiamo a lavorare, la situazione sulla terza rata non si aggrava". In questo caso, le dobbiamo dar ragione, visto che la terza rata, da tempo, è diventata una farsa, è evidente che la leggerezza di una farsa non può aggravarsi... bisogna solo prenderla a ridere.