L'articolo 9 bis al capo III del decreto legge 91 del 20 giugno 2017 indica le "disposizioni di attuazione della direttiva (UE) 2015/720 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2015, che modifica la direttiva 94/62/CE per quanto riguarda la riduzione dell'utilizzo di borse di plastica in materiale leggero."

Qual è la sostanza di tale decreto? Progressivamente, nel corso dei prossimi anni, le borse di plastica biodegradabili dovranno sostituire quelle realizzate esclusivamente in plastica. Nel frattempo, per scoraggiare l'uso delle borse in plastica, quelle che tuttora potranno essere utilizzate dal pubblico dovranno essere obbligatoriamente vendute da ogni esercente con il prezzo per singola unità indicato nello scontrino.

Questo anche per le buste in materiale ultraleggero, cioè quelle che, ad esempio, nei supermercati vengono utilizzate per acquistare la frutta e la verdura sfuse esposte sui banchi.

Molti italiani, una volta venuti a conoscenza di quello che hanno subito definito un nuovo balzello, si sono arrabbiati, via social, aggiungendo questo aumento, di fatto, del costo della spesa agli aumenti già messi in conto relativi a luce, gas, autostrade...

E visto che siamo sotto elezioni, le opposizioni non potevano non approfittare della notizia per attaccare il Governo, il Partito Democratico che lo sostiene ed il suo segretario Matteo Renzi, come dimostra il post su facebook di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia.

Vista la piega che stava prendendo la vicenda "buste di plastica" è dovuto intervenire Matteo Renzi in persona per spiegare che il provvedimento si è reso necessario per una direttiva impostaci dall'Unione Europea e che eventuali vantaggi che tale direttiva avrebbero avuto su aziende "vicine" a lui o alla sua fondazione sono illazioni prive di qualsiasi fondamento.

Ma è vero quel che afferma Renzi? Per quanto riguarda l'imposizione da parte dell'Europa, l'affermazione è una fake news, per usare le parole dello stesso Renzi. Infatti, al punto 13 delle premesse della direttiva (UE) 2015/720 è chiaramente indicato che "gli Stati membri possono scegliere di esonerare le borse di plastica con uno spessore inferiore a 15 micron («borse di plastica in materiale ultraleggero») fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi ove necessario per scopi igienici oppure se il loro uso previene la produzione di rifiuti alimentari).

Quindi, come chiunque può leggere, non era necessario obbligare gli esercenti a far pagare le buste di plastica in materiale  ultrleggero dove la gente mette la verdura e la frutta che acquista.

Perché il Governo Gentiloni, supportato dal Partito di Renzi ha invece scelto di penalizzare l'uso di queste buste? Secondo color che non credono alle casualità o alle coincidenze, ciò sarebbe stato fatto per favorire Novamont, azienda che opera nella produzione di materiali bio alternativi alla plastica, il cui ad Catia Bastioli sarebbe indicata come amica di Renzi, e da lui nominata a capo di Terna.

Se Novamont potrà trarre vantaggio e quanto da questa, in ogni caso, insensata norma non è possibile stabilirlo con certezza e per quanto riguarda favoritismi e conoscenza, sia Bastioli che Renzi smentiscono categoricamente, anche se, riguardo a quest'ultimo, siamo ormai abituati a registrarne le quasi giornaliere bugie.