La visita in Italia del presidente turco Tayyip Erdogan non è certo stata salutata con soddisfazione dalle associazioni che rappresentano la comunità curda presente in Italia. Le accuse rivolte ad Erdogan, infatti, parlano apertamente di genocidio e, di conseguenza, stupore e rabbia hanno fatto da sfondo al fatto che istituzioni vaticane ed italiane abbiano accettato di riceverlo.
La visita in Italia era programmata da tempo, prima dell'attacco dell'esercito turco all'enclave curda di Afrin, ma non è stata però rimandata. In ogni caso, un certo imbarazzo da parte del Vaticano si potrebbe anche ipotizzarlo.
Infatti, erano 59 anni che un capo di Stato turco non si recava in udienza in Vaticano. Nonostante questo i media vaticani non hanno dato nessuna enfasi e scarsa, se non alcuna, copertura all'evento, come se gli argomenti dei 50 minuti di colloquio tra Francesco ed Erdogan avvenuti nella mattinata di lunedì fossero quasi scontati e di secondo piano. Erdogan, dopo l'incontro con il Papa, ha avuto anche un colloquio con il segretario di Stato Parolin.
Le cronache parlano di un'accoglienza che si è svolta in un clima cordiale e sorridente con il Papa che ha donato a Erdogan un medaglione spiegandone ciò che vi era rappresentato: «Questo è un angelo della pace che strangola il demone della guerra. È simbolo di un mondo basato sulla pace e la giustizia». A buon intenditor...
Sui temi della discussione, la Sala stampa del Vaticano non ha subito rilasciato alcun comunicato. Solo più tardi è stata pubblicata una nota molto stringata in cui si riassume l'avvenuta udienza e i contenuti trattati.
"Nella mattina di oggi, lunedì 5 febbraio 2018, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Presidente della Repubblica di Turchia, S.E. il Sig. Recep Tayyip Erdoğan, il quale, successivamente, ha incontrato Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato dall’Ecc.mo Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati.
Nel corso dei cordiali colloqui sono state evocate le relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del Paese, della condizione della Comunità cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate. Ci si è poi soffermati sulla situazione in Medio Oriente, con particolare riferimento allo statuto di Gerusalemme, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale."
In relazione alla pace in Medio Oriente non è dato pertanto sapere se i colloqui abbiano fatto riferimento anche a quanto sta accadendo nel nord della Siria dopo l'invasione dell'esercito turco dell'area di Afrin, a maggioranza curda. La linea di confine tra ipocrisia e diplomazia, in casi simili, è di difficile interpretazione.
Nel pomeriggio, Erdogan incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Consiglio Paolo Gentiloni.