Si è presentato oggi, scortato dal suo avvocato, Simone Bertocchi, il 36enne fin da subito sospettato dell'aggressione che è costata la vita a Roberto Tosi Savonuzzi di 73 anni ed ha lasciato in fin di vita la sua compagna Rafaella Pareschi, coetanea, tuttora ricoverata in ospedale in prognosi riservata.

La dinamica dell'omicidio e tentato omicidio era stata chiara fin da subito agli inquirenti, che erano stati informati di quei due uomini in bicicletta che  avevano bussato alla porta dell'anziana coppia. Anche l'arma del delitto è stata identificata quasi subito, grazie al ritrovamento dei tre bossoli.

Meno chiare erano le motivazioni che hanno spinto il 36enne a compiere l'atto criminoso, e che oggi - alla luce della sua confessione - prendono contorni nitidi.

L'uomo è il fidanzato della proprietaria di tutto l'immobile in cui, in una delle abitazioni, vivevano i due malcapitati.

Esistevano si vecchie ruggini dovute alle solite tristi questioni tra padrone di casa ed inquilini (riparazioni che la prima non voleva effettuare, pur essendo di sua competenza, e tutti gli strascichi conseguenti) ma - come spesso accade - qui la molla che ha spinto il Bertocchi a premere il grilletto è sempre la sola banalissima ragione riconducibile ai soldi.

Sembra anche che la vittima volesse sporgere denuncia perchè - a suo avviso - qualcuno "rubava" la pensione a Vittorio Chiccoli, 82enne, che vive solo in un'altra porzione dello stesso immobile e del quale la proprietaria della palazzina -Sabrina Chiccoli - è nipote.

Insomma, il vil denaro come sempre smuove le montagne, ed in questa guerra tra poveri lo scenario è ancora più desolante.

Non ancora individuato il secondo uomo che ha accompagnato l'aggressore in bicicletta a compiere il folle gesto; gli inquirenti ipotizzano si tratto di un extracomunitario, visto molto spesso insieme all'aggressore nel bar che entrambi frequentavano.

Durante la confessione, il Bertocchi sembra abbia anche indicato il posto in cui avrebbe occultato l'arma del delitto.